Palermo

Martedì 11 Febbraio 2025

Unire Rossini e Stravinskij, il colpo di genio di Colau: da sabato 15 febbraio al Teatro Massimo di Palermo

Jean-Sébastien Colau (foto di Rosellina Garbo)
Il coreografo Mauro Bigonzetti (foto Brescia e Amisano)
Le sacre du printemps

Rossini-Stravinskij: due epoche, due mondi, due genialità. «Ho voluto proprio metterli insieme senza che ci fossero collegamenti tra di loro». La premessa di Jean-Sébastien Colau, il direttore del Corpo di ballo del Teatro Massimo all'inizio della nostra conversazione, già definisce gli intenti. Dopo Rossini Cards, prima parte dello spettacolo di danza di scena sabato prossimo (15 febbraio) alle 20.30 al Massimo con repliche fino al 22 - sul podio Gianna Fratta dopo l' applauditissimo concerto diretto venerdì –, irromperà infatti Le sacre du printemps stravinskiano. A caratterizzare i due pezzi è un modo insolito di intrecciare pas de deux, baleni di vissuto, cascate d'acqua. Colau maliziosamente stuzzica la voglia di accennare senza particolari a quel che accadrà sul palcoscenico per questo dittico, l'uno con l'inventiva coreografica di Mauro Bigonzetti, allestimento dell'Opera di Roma, l'altro nell'ideazione del rumeno Edward Clug, allestimento del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor. «Con Rossini si sente la festa, la guardo con un grande sorriso. C’è un grande tavolo con i ballerini attorno, alcuni cantano, altri discutono o enunciano la ricetta (si parla di maccheroni); e c'è Cenerentola, la musica di Rossini per una danza astratta», spiega il direttore. A quella musica così nota, con don Magnifico nominato cantinier, non è certamente estraneo un profilo di Rossini, amico di Carême, il celebre cuoco parigino di casa Rothschild, esperto non solo di maccheroni ma particolarmente di vini da abbinare.  Nel menu proprio di sua mano ecco il consiglio rossiniano: Madera per i salumi, Bordeaux per il fritto, champagne per l'arrosto. Musica e gastronomia, ma alla danza e ai pas de deux riporta Colau: «La coppia scivola sotto il sipario nero rimanendo isolata per il pas de deux mentre alle loro spalle viene portato via il tavolo». Al vitalismo della festa subentrerà il culto sacrificale di primavera ed è il Sacre, scandalosa rivelazione di una rivoluzione stravinskiana il gusto per la ricerca di insoliti aspetti (la dolcezza palermitana nel recente Schiaccianoci di Colau e Veneruso scandita di cassate e cannoli) si aggrega naturalmente alla scelta di Colau di un balletto ...bagnato. «Volevo portare a Palermo una cosa nuova», sorride. Nel suo ricco percorso di étoile internazionale - vincitore del bronzo a Varna, dell'argento a Nagoya in Giappone, primo premio a Parigi - a 28 anni Colau è già étoile a Lipsia e in stimolante attività dall'Europa all'Asia alle Americhe. «Volevo fare esperienza di tutto». Il Giornale della danza lo ha riconosciuto miglior direttore di compagnia italiana di danza per la sua attività con il corpo di ballo del Massimo con cui vince il GD Awards '24 e che guida da settembre 2022. «Da 5 che ne ho trovati, adesso i ballerini del Teatro Massimo sono 27. È l' atmosfera di una compagnia professionale». Dunque Sacre di Clug (con un dichiarato tributo a Stravinskij e Nijinsky): cascate d'acqua dall'alto fino a formare un lago. «È la natura che si risveglia - rileva Colau - e danza fino allo sfinimento. Per i ballerini ritmo spettacolare in un trascinante crescendo». Introduce lo spettacolo, mercoledì alle 18 in Sala Onu, una conversazione per gli Amici del Teatro Massimo, del musicologo Pietro Misuraca.

leggi l'articolo completo