Palermo

Domenica 09 Marzo 2025

Quel NO che conquista Ambra: «Vorrei incontrare Franca Viola»

Ambra Angiolini in Oliva Denaro

«Pensate che parola scomoda è “NO”, due lettere e si ferma il respiro; sin da bambini mugugniamo no, e anche se dopo abbiamo imparato a essere soffusi e silenziosi, ad un certo punto lo urliamo, con tutta la nostra forza». Ambra Angiolini ha fatto suo il «NO» di Oliva Denaro e ancora di più quello di Franca Viola che a metà anni Sessanta rifiutò il «matrimonio riparatore» e portò in tribunale chi l’aveva violata. «Mi piacerebbe incontrare Franca, ma l’umiltà è tale che non me lo sogno neanche, però la sua lotta è la nostra». Da domani sera (venerdì 24 gennaio)  alle 21.15 a sabato 1 febbraio al Teatro Al Massimo (e domenica 2 febbraio al Palacongressi di Agrigento), ecco Oliva Denaro, monologo tratto dal libro di Viola Ardone, su cui Ambra Angiolini ha lavorato a lungo con il regista Giorgio Gallione; musiche di Paolo Silvestri, scene e costumi di Guido Fiorato. Non è una scelta facile interpretare Oliva Denaro. «E invece no, è un segno del destino: il libro di Viola Ardone è arrivato nelle mie mani prima ancora dell’uscita al Salone di Torino, la casa editrice mi aveva contattato per una serie di letture in pubblico; il progetto non si fece mai, ma dopo un anno Giorgio Gallione mi propone di lavorare insieme alla versione teatrale, un vero viaggio di scoperta, innanzitutto di me stessa: Giorgio mi ha spinto a scrivere la mia parte, dopo tanti tagli e versioni è nato questo monologo». Senza urla, senza pietismi, affrontando la vicenda di petto. «Il dolore non ha nazione o ragione, è il sentimento che ci rende tutti uguali. Il male lo avvertiamo ovunque, non credo che chi urla sia patetico, e chi se lo tiene dentro abbia invece ragione. Abbiamo cercato il grido spesso impercettibile che un essere umano emette quando viene buttato nel posto più buio del mondo. Se voglio far scendere questa storia dal palco, devo essere più scoperta e meno tecnica; non ci siamo fatti affascinare dagli atti processuali o da effetti scenici indimenticabili, ma abbiamo restituito Oliva, e quindi Franca, alla gente, offrendo la possibilità di scoprirla insieme, ci siamo fidati di quello che ci faceva piangere, cercando giustizia e verità». Ambra Angiolini ha pensato o immaginato Oliva, e quindi Franca? «Franca non riesco a immaginarla, mi intimidisce, non voglio entrare nel merito della persona ma del suo modo di dire NO. La sua vicenda è storica e non di gossip, e la stessa Franca ha scelto una grande riservatezza, non la conosciamo veramente ma sappiamo quello che scelto di fare. Mi piacerebbe incontrarla? Sì, ovvio. Ci ho messo tanto di mio, e mi piacerebbe darle una forma». Oliva è invece una ragazzina giovane e a tratti ingenua. «Possiede la sana ribellione dell’anima, quella dei bambini che senza saperlo stanno già facendo politica perché rivendicano il loro spazio nel mondo. Poi diventi grande e sostituisci i capricci con la forza reale. E quel NO che già da piccolo suona sonoro e indica qualcosa che non ci piace, diventa una parola scomoda. Oliva è rivoluzionaria, bellissima, profumata, fluttuante. E quando decidono di farla a pezzi, Oliva, la mia Oliva, si ricostruirà sul palco, si rincollerà e si presenterà: mi piacerebbe fossimo nel Medioevo, con corsetto e gonna, a urlare NO. Invece oggi abbiamo i jeans, e lo dobbiamo urlare ancora, se vi ricordate una certa sentenza. E non è che sia un vanto». Ambra ritorna a marzo sul grande schermo con Best friends forever, commedia «cattivissima» con Anna Ferzetti; e Afrodite, girato tra Trapani e Favignana con Giulia Michelini, «ho persino fatto un corso di sub per andare sott’acqua. Io sono per le vette, sono un’arrampicatrice di montagna, amo le vette, ma era un progetto bellissimo e sono stata bene a Trapani, ho trovato umanamente quello di cui avevo bisogno».

leggi l'articolo completo