Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Alessandro Averna Chinnici racconta il nonno Rocco nel libro che celebra il centenario della sua nascita

Il libro L’Italia di Rocco Chinnici, scritto dal nipote del giudice che fu raffinatissimo architetto del pool antimafia di cui oggi (19 gennaio) ricorrono i cento anni dalla sua nascita, e figlio di Caterina, Alessandro Averna Chinnici, capitano dei carabinieri e attualmente comandante della Compagnia di Faenza, in collaborazione col giornalista e scrittore Riccardo Tessarini, è una testimonianza che porta con sé la grandezza e la fragilità dell’uomo che ha cambiato per sempre il modo di intendere il rapporto tra lo Stato e la mafia.

«Ho conosciuto un Rocco Chinnici dall’aspetto imponente e dalla dolcezza disarmante e ho cercato di trasmetterlo in questo libro, cercando di raccontare il Rocco Chinnici uomo», ha detto Alessandro Aversa Chinnici durante la presentazione del libro all’hotel Federico II di Palermo. Il giovane nipote non ha conosciuto il nonno se non attraverso le voci di familiari, colleghi, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti della società civile, da cui emerge il profilo di un pioniere della giustizia che indagò nei patrimoni illeciti dei colletti bianchi, italiani ed esteri.

Per primo, inoltre, portò il suo impegno per la legalità e per un cambiamento culturale anche nelle scuole e nella società civile. «Ho scoperto nuove storie - prosegue Alessandro Averna Chinnici - nel libro c’è un contributo di Felice Cavallaro che racconta come nonno, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino scoprirono nuovi metodi con cui il ministero della giustizia intendeva difendere i magistrati. La sua figura è stata determinante, la sua come quelle di Salvatore Bartolotta e Mario Trapassi, morti con lui. Esempi importanti che mi hanno portato ad essere quello che sono oggi».

«È stato un servitore dello Stato esemplare - commenta il coautore Riccardo Tessarini - e come ho già avuto di dire il solo fatto di avvicinarsi a lui tramite tanti che hanno contribuito è stato emozionante. Il filo che collega tutti coloro che oggi sono nel libro e ricordano e raccontano Rocco Chinnici è il il ruolo che ha avuto nella vita di ciascuno di essi: molti non lo hanno conosciuto ma hanno potuto assorbire da lui una religione del lavoro e una etica dei doveri».

Caricamento commenti

Commenta la notizia