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A due ali dal cielo, il libro di Pippo Scaccia presentato all'istituto dei ciechi di Palermo

libro Pippo Scaccia

Una riflessione dolce e amara del percorso esistenziale, tra i ricordi e le speranze del futuro. Spunti biografici che diventano riflessioni di carattere universale, stati d’animo empatici e condivisibili. Dopo il successo della prima raccolta di poesie, Intenti, Pippo Scaccia ha presentato, all’istituto dei ciechi Florio-Salamone, la sua seconda opera dal titolo A due ali dal cielo.

Una presa di coscienza collettiva che arriva dopo un’attenta analisi della realtà con le sue fragilità e il suo libero arbitrio, fatta di inganni a volte ma desiderosa sempre di riscatto e cambiamento. L’autore, non vedente da quando aveva cinque anni, non smette mai di sorprendersi della natura e «come un bambino – scrive - non mi sazio mai di ammirare queste meraviglie».

Il libro, edito da Kimerik, ha la prefazione di Antonello Cracolici, presidente della Commissione Antimafia all’Ars. «La cecità dell’autore – dice Cracolici – non gli impedisce di soffermarsi sui dettagli che restituiscono a tutti immagini vivide e immediate». L’autore ha deciso di presentare la sua seconda esperienza letteraria laddove ha iniziato il suo percorso di studi e dove ha dato il suo contributo prima come bibliotecario e poi come insegnante di riabilitazione culturale e docente di Braille per vedenti e non vedenti. Lancia un monito a tutti, giovani e adulti: «Non cambierà fino a quando non la smetterai di dire “Non cambia niente” - ha detto -. E ti metterai in gioco anche tu, senza aspettare l’arrivo di un Messia, a testa alta e con l’irresistibile voglia di lasciare una traccia del tuo passaggio».

La scelta del dialetto, per alcune poesie, rappresenta l’elogio di una terra amata, la Sicilia, e nostalgicamente mai dimenticata. Nella sala concerto Morvillo dell’Istituto dei ciechi, gremita di gente, erano presenti anche Tommaso Di Gesaro, presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti e dell’Istituto Florio-Salamone che ha ribadito «l’apertura della struttura al territorio e alle iniziative culturali della città» e Miriam Diprima, giovane nipote dell’autore che ha realizzato l’immagine di copertina del volume.

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