Palermo

Sabato 23 Novembre 2024

Pinakothek'a, a Palermo viaggio nell'arte lungo un secolo: dal 1920 a oggi, in mostra 200 opere della collezione Galvagno

 
 
 
 
 
 

Dagli anni Venti del Novecento alla scena attuale, un viaggio nell’arte italiana e straniera lungo un secolo in cui scorrono scuole, movimenti, stili e leggendo questo lungo arco di tempo attraverso le 200 e più opere di 150 artisti. È un tuffo nella modernità e nel panorama della creatività contemporanea la mostra «Pinakothek’a. Da Cagnaccio a Guttuso, da Christo e Jeanne-Claude ad Arienti», che a Palermo da (domani) 24 novembre e fino al 30 marzo prossimo si snoda tra sezioni tematiche e monografie nelle 18 sale dei tre piani di Palazzo Sant’ Elia presentando rarità e pezzi da novanta della collezione Elenk’Art della famiglia Galvagno. I curatori Sergio Troisi e Alessandro Pinto hanno dovuto lavorare duro e procedere a rinunce importanti per scegliere tra il corpus di oltre 600 opere della raccolta. Il racconto procede in ordine cronologico muovendo dal periodo con i lavori di Antonio Donghi, esponente di spicco del Realismo Magico, e Cagnaccio di San Pietro, Carlo Carrà, Fausto Pirandello, Mario Mafai, Francesco Messina. Al piano nobile, dopo la sala dedicata interamente a Renato Guttuso con una decina di opere anche di grandi dimensioni, la scena è occupata dall’astrazione con gli artisti del Gruppo Forma 1 al quale offrirono un contributo fondamentale i siciliani Carla Accardi, Pietro Consagra e Antonio Sanfilippo, seguendone gli sviluppi con i dipinti di Achille Perilli, Piero Dorazio e Giulio Turcato. «Alcune sale hanno un carattere museale - osserva Trosi - con le opere di una collezione privata inusuale per ampiezza di orizzonti, tra le più importanti in Italia». La passione del collezionista Francesco Galvagno, patron del colosso del settore alimentare Elenka, si è allargata nel corso dei decenni, permettendo di ricostruire per sezioni e tappe aspetti fondamentali della scena artistica del Novecento. «Tra il 1952 e il 1954, ad esempio, lo storico dell’arte Lionello Venturi patrocinò gli artisti del Gruppo degli Otto - spiega il curatore -. In mostra il gruppo è documentato con un’opera per ciascun artista, Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova. Credo che una tale quantità di opere di questi otto protagonisti di quell’ arco di tempo non si possa ritrovare forse in nessun altro museo italiano». Il proprietario della collezione ha voluto condividere anche con i suoi dipendenti la passione dell’arte ereditata dal padre Antonino collocando alcune opere importanti del Novecento nella sede dell’azienda, nella zona di Partanna Mondello. «La scelta delle opere cerca di rispettare il criterio dell’omogeneità dei temi e delle scuole. Si è cercato di rendere ogni sala corrispondente il più possibile a un contesto», rimarca Troisi. Per gli anni Sessanta il viaggio parlano l’arte cinetica o optical art (Victor Vasarely, Grazia Varisco e Paolo Scirpa); le tele estroflesse di Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Turi Simeti; la Pittura analitica da Elio Marchegiani a Pino Pinelli e il clima delle poetiche dell’oggetto testimoniato, tra gli altri da Pino Pascali, Mario Schifano, Alighieri Boetti, Emilio Isgrò e gli esponenti del Nouveau Réalisme, Christo, Arman e César, Oppenheim, Nagasawa e Nitsch. Ecco le neo avanguardie e la figurazione del secondo Novecento: i pittori moderni della realtà (Antonio e Xavier Bueno, Gregorio Sciltian); Bruno Caruso, presente con un ampio nucleo di opere, e l’indagine sottile della luce condotta da Piero Guccione. Il secondo piano è tutto del panorama contemporaneo e delle pagine già in parte storicizzate come la Transavanguardia (Sandro Chia) e la romana Officina San Lorenzo. Spazio è dedicato alla scena siciliana, con la Scuola di Palermo (Alessandro Bazan, Francesco De Grandi, Andrea Di Marco, Fulvio Di Piazza), Daniele Franzella, Francesco Lauretta, Andrea Buglisi, Loredana Longo; alle ceramiche di Bertozzi e Casoni e alle grandi fotografie di Massimo Vitali e del tedesco Thomas Struth. La mostra, nata da un’idea di Fondazione Sant’Elia, Città Metropolitana di Palermo ed Elenka, è prodotta con la collaborazione di tre partner pubblici, il Teatro Massimo, il Conservatorio Alessandro Scarlatti e l’Accademia di Belle Arti di Palermo.

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