Ieri a tarda sera arriva da Roma la notizia che il ministro Alessandro Giuli ha firmato la nomina di Marco Betta a sovrintendente del Massimo, stamattina gli uffici del Teatro riceveranno l’incarico e il compositore potrà finalmente riprendere il suo posto nel palco di proscenio per seguire la prima de Le Grand Macabre.
La «vacatio» ha comunque portato malumori, discrepanze, gelosie, denunce, conflitti. E lettere anonime. Come quella che è finita sul tavolo del sindaco, della Corte dei Conti, della Procura, della finanza, dei carabinieri e dei sindacati.
È preso di mira il direttore esecutivo Ettore Artioli che in questi giorni ha dovuto reggere le redini del teatro. Ma questa lettera anonima accusa Artioli di aver speso somme del Teatro (1500 euro) per l’acquisto di un iphone, di aver fatto sedere suoi familiari nel palco reale, ma soprattutto di aver fatto passare lavori di manutenzione ordinaria, come urgenti, saltando così le procedure di gara, affidandoli al figlio di un dipendente della Fondazione; e di aver trasferito nell’ufficio del padre (già responsabile di un settore del teatro), il figlio che era stato assunto tramite LegalitArs, procedura per i lavoratori con difficoltà economiche.
A leggere la lettera, Artioli starebbe facendo atti non dovuti e non in linea con il suo ruolo. L’interessato non vuole commentare, «visto che è stato chiamato in campo il sindaco, aspettiamo il suo intervento», dice.
Ma poi sottolinea che «quando si inizia a mettere ordine, a qualcuno la camicia va stretta. Io tirerò le somme tra un anno, intanto parlano i concorsi sbloccati e i restauri avviati». Il Teatro Massimo è una «macchina complicata dove la transizione improvvisa di due anni fa, da Giambrone a Betta, ha coinciso con lo shock economico post pandemia. E ha richiesto che il sovrintendente si dedicasse completamente a tirare in piedi il teatro».
Sono ripartiti i concorsi (e non tamponi alla cronica carenza di personale), e sbloccati restauri fermi da tempo, dalla scala di accesso alle logge, alla climatizzazione della buca orchestrale e dei laboratori di Brancaccio, alla sartoria dove ora si potranno ricevere gli artisti internazionali in maniera adeguata.
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