Palermo

Lunedì 21 Ottobre 2024

Addio a Leonardo Urbani: pensò la città in chiave umana e cattolica

Era difficilmente inscatolabile in un preciso percorso sociale e culturale e ha condotto la sua vita seguendo le regole dell’Opus Dei: la sua convinzione da urbanista lo spingeva verso una chiave «umana»; la regola, invece, verso un pensiero sulla città autenticamente cattolico. Di fatto Leonardo Urbani è stato l’unico urbanista italiano di nascita cattolica, un meraviglioso utopista, il primo ad applicare una visione sociale all’urbanistica; e così ha firmato almeno 40 piani regolatori - Ragusa, Gela, Caltagirone, Enna, Messina, e città più piccole come Corleone, Nicosia, Calascibetta - rispettandone sempre i contorni di comunità.

Chi era Leonardo Urbani

Urbanista e architetto, è scomparso a 95 anni, da tempo era malato di Alzheimer, e viveva in una residenza dell’Opus Dei. Che di fatto era casa sua visto che è stato il primo «numerario» di Palermo, ammesso nel 1951, dopo aver conosciuto l’Opera, da studente universitario, grazie al collega di studi Alfonso de la Rica. E fu sempre Leonardo Urbani, quando si aprì la residenza universitaria Segesta in una villa su piazza Alberigo Gentili, a occuparsi della sua sostenibilità, riuscendo poi a coinvolgere un centinaio di cittadini palermitani - politici di tutti i partiti, funzionari regionali, autorità accademiche e imprenditori - nell’acquisto e ristrutturazione di un immobile in via Gaetano Daita, che divenne la nuova sede all’inizio degli anni ‘80. Chi lo conosceva bene – l’architetto Dino Trapani ha lavorato con Urbani per vent’anni – ricorda un professionista attentissimo, con una chiave «umana», che gli veniva dal lungo rapporto di amicizia con un anarchico come Carlo Doglio con cui scrisse «La fionda sicula. Piano dell’Autonomia Siciliana» sull’onda del terremoto del Belice.

La biografia

Tutti pensavano che Leonardo Urbani fosse palermitano e invece il figlio del pittore Mario Urbani, era nato a Pesaro il 21 febbraio del 1929. Il padre era stato chiamato a Palermo per dirigere l’Accademia di Belle Arti, e si era trasferito con la famiglia. Di fatto Leonardo cresce in Sicilia, si laurea in architettura nel 1957; nel 1964 è già presidente dell’Ordine degli Architetti, dal 1972 accetta la cattedra di Urbanistica. Per due volte candidato a rettore, non fu mai eletto; una volta anche all’Ars. E da questi «fallimenti» politici si intuisce quanto Urbani fosse realmente un outsider della Democrazia cristiana, nel gruppo di lavoro di Piersanti Mattarella. «Era completamente convinto che la Sicilia dovesse scegliersi un futuro da sola, la parola autonomia per lui non era priva di significato - spiega Dino Trapani -. Nel suo “fallimento politico” e nel mancato appoggio alla Regione, si deve leggere il suo essere lontano dalle logiche di partito: non si rispecchiava nella Dc di Lima e Ciancimino, era un intellettuale rispettato a Sinistra, di cui però non fece mai parte».

La politica

E ci fu sicuramente la mano di Urbani nelle tre normative più importanti del governo Mattarella, soprattutto la Legge sul Turismo con i famosi vincoli (il divieto di costruire a meno di 150 metri dal mare). Insomma autonomia non era un contenitore vuoto, ma era di sicuro contro la globalizzazione. «La cifra scientifica era eroica e per certi versi paradossale, perché Urbani propugnava una storia della città siciliana come una grande elaborazione del potere che veniva dal territorio, e non dalle dominazioni».

I progetti

Si devono a Urbani lo Studio per la localizzazione dell’industria in Sicilia, il Piano regionale della Conca del BioBio in Cile e soprattutto Motis (Mappatura del turismo relazionale integrato) il primo progetto di turismo alternativo; e almeno 40 piani regolatori generali, appunto, di Messina, Ragusa, Gela (lo ricorda il sindaco Terenziano Di Stefano: «La nostra città deve ad Urbani, la complessa redazione del Piano regolatore, entrato in vigore nel 2017. Ricordo, seppur giovane, un professionista di grande competenza, disponibile al confronto non solo con la politica ma anche con il territorio»), Caltagirone e Enna; piani di dettaglio di centri o ambiti storici a Corleone, Ragusa e Caltagirone; numerosissimi (oltre sessanta) piani attuativi in vari comuni siciliani. Il funerale sarà celebrato dal vicario dell’Opus Dei per l’Italia, don Giovanni Manfrini, lunedì 21 ottobre alle 11,30 nella chiesa parrocchiale di Sant’Ernesto, in via Campolo.

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