Prende il via a Palermo la dodicesima edizione di iDesign, la design week fondata e diretta da Daniela Brignone, in programma dal 27 settembre al 6 ottobre in diversi luoghi del capoluogo siciliano, che quest’anno affronta il tema «andar per mondi» che apre all’idea del viaggio, inteso in senso fisico, mentale e spirituale. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero.
Molti gli ospiti di iDesign 2024, fra designer di fama nazionale e internazionale, giovani e affermati designer siciliani, aziende di settore e istituzioni pubbliche e private, per un programma che, per dieci giorni, si articolerà fra mostre, inaugurazioni di nuovi spazi, incontri culturali e approfondimenti.
La manifestazione, in collaborazione con l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, da quest’anno è inserita nel calendario delle manifestazioni di grande richiamo turistico dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana.
Si comincia venerdì 27 settembre, alle 12, al Convitto Nazionale Giovanni Falcone, in piazza Sett’Angeli 3: nell’ambito della cerimonia di avvio del nuovo anno scolastico, sarà inaugurata Tutte le piante del mondo , installazione promossa dall’Accademia di Belle Arti di Palermo in collaborazione con il Convitto Nazionale Giovanni Falcone, che nasce dall’esame di esemplari botanici all’indomani della loro migrazione: la pianta conserva delle caratteristiche originarie ma muta, si adatta e cresce in contesti spesso radicalmente diversi da quelli di partenza. Il punto di partenza è una sfera che idealmente ripropone nei suoi livelli i paralleli terrestri, aiuole che ospitano le specie botaniche.
Il progetto vede la sinergia delle cattedre dei professori Marcello Carriero, Francesco De Grandi, Arianna Oddo, Agnese Giglia, Ivan Agnello, Marco Castagna e Luca Pulvirenti e dei loro allievi in Accademia: il contributo si sposta anche sul piano della rappresentazione botanica, agendo in concomitanza con la cattedra di Pittura del professor Francesco de Grandi, i cui studenti hanno riprodotto le piante che hanno fornito le fibre per fare la carta su cui sono dipinte, tessuta dagli allievi della professoressa Arianna Oddo. Queste opere saranno poi incorniciate ed esposte su supporti costruiti dagli allievi della professoressa Agnese Giglia.
Le piante si troveranno, quindi, al centro di una installazione multimediale nella quale saranno esposti modelli di ambienti domestici elaborati dal corso del professor Ivan Agnello. Infine, l’apporto del lavoro di editing vedrà il coinvolgimento degli allievi dei professori Marco Castagna e Luca Pulvirenti.
La mostra, organizzata nel contesto del tema educativo scelto per quest’anno dal Rettore del Convitto Nazionale, la professoressa Concetta Giannino, vuole lanciare un forte messaggio di responsabilità e sensibilità verso la sostenibilità, non solo rivolta alla natura, ma anche alla vita di comunità, richiamando al rispetto reciproco e all’ascolto attento, attraverso un approccio al mondo botanico e al pianeta in un momento di fragilità. Visite: 3 ottobre, dalle 15:00-18:00 / 5 e 6 ottobre, ore 9:00-14:00 / 15:00-18:00.
Nel pomeriggio, alle 18, nella Cavallerizza di Palazzo Costantino, (via Maqueda 217), grazie alla collaborazione fra iDesign e il mecenate Roberto Bilotti, sarà inaugurata Domestico, Mediterraneo, mostra curata da Giuseppe Arezzi, interior designer e docente, e promossa da Abadir, Accademia di Design e Comunicazione Visiva di Catania.
La mostra, che riunisce una serie di oggetti e arredi realizzati dagli allievi dell’Accademia, coordinati dallo stesso designer, in collaborazione con aziende del Sud e del Centro Italia, parte dalle tradizioni vernacolari radicate nel genius loci dei territori mediterranei, per indagarne la trasposizione nel design contemporaneo che richiama i paesaggi, la storia, gli immaginari e le tradizioni del sud dell’Europa.
Un passato che insiste nella contemporaneità è il tema alla base dei prodotti che attingono alle tradizioni per ricreare allestimenti indoor e outdoor ispirati ai Paesi del bacino del Mediterraneo. Lo studio dei materiali tradizionali e delle antiche tecniche produttive, reinterpretati così da poter essere proiettati in un futuro concreto, ha dato vita a una serie di nuovi oggetti, portatori di innovazione ed espressione dei nuovi bisogni dell’abitare: progetti emotivi, in cui la funzionalità assorbe il ricordo, lo stupore, il rimpianto, la gioia e la fiducia per quanto accadrà; una possibile domesticità lontana dalle retoriche macchiniste e funzionaliste dello stile locale ma che ha allo stesso tempo un linguaggio globale, conciliatore di tradizione artigianale e serialità industriale.
Otto progetti, realizzati grazie alla collaborazione con aziende, accomunate dalla capacità di aver saputo reinterpretare in chiave contemporanea saperi e mestieri tradizionali: Ninefifty, atelier calatino specializzato nella produzione maioliche in terracotta e pietra lavica dell'Etna, nato dall’incontro tra i fratelli Parrinello e la designer Margherita Rui; Intrecciovivo, azienda artigiana nel cuore dei colli maceratesi, specializzata nell'intreccio di materie prime naturali, come vimini, giunco e bambù; Lispi, officina umbra di lavorazione del ferro battuto che realizza arredi di design; Desine, azienda di Grammichele che propone collezioni di oggetti e complementi d’arredo; Sansone Pavimenti e Legnami Guastella, realtà del ragusano specializzate rispettivamente in superfici in cemento e in legnami e semilavorati.
La mostra Domestico, Mediterraneo è il punto d'arrivo di Mediterraneo Operandi, un percorso progettuale durato nove mesi, portato avanti all’interno del laboratorio annuale di Design guidato da Giuseppe Arezzi con il supporto di Virginia Boncoraglio. La mostra sarà visitabile fino al 6 ottobre (martedì-sabato ore 11:00-18:00 / domenica ore 10:00-13:00).
Nell’atrio di Palazzo Costantino (inaugurazione venerdì 27 alle ore 18) troverà collocazione anche una delle scenografiche installazioni della designer Rosa Vetrano, accompagnata da una performance: Il Nido rovesciato (nella foto) si pone l’obiettivo di indurre a riflettere sulla connessione tra i luoghi abitativi e la nostra psiche, declinato attraverso luce, colori, suoni, odori, esperienza tattile, che assicura protezione e libertà allo stesso tempo.
Un’esortazione verso i ritmi lenti del vivere quotidiano, partendo dall’esplorazione di sé. Ne Il Nido Rovesciato centrale è la contemplazione, l’osservazione e il coinvolgimento sia emotivo che fisico. L’opera immersiva ci accompagna a vivere l’esperienza attraverso i sensi più intimi come il tatto, la propria percezione, il senso sinestetico, l’olfatto, la temperatura e persino la pressione.
Il punto di congiunzione fra visione interiore e sguardo sul mondo diviene metafora. È l’elogio ad un sistema costruttivo a basso impatto ecologico ed elevate caratteristiche strutturali e meccaniche dall’estetica organica affine all’animo umano (elementi geodetici), involucro flessibile e performante, nonché la ricerca di nuove forme, privilegiando il lavoro manuale e artigiano.
Ombre e voci narranti accompagnano il visitatore lungo un viaggio immersivo come in un abbraccio avvolgente. L'ambiente interattivo, accessibile ad un pubblico di bambini ed adulti, è in grado di comunicare senza creare barriere di lingua o di cultura. Un’architettura che prevede un’esperienza multisensoriale può essere significativa, un luogo che protegge e rende liberi nel medesimo tempo. Lo sviluppo tecnologico, nel tempo, ha contribuito a dilatare le distanze tra mente e corpo a scapito dell’equilibrio, distruggendo la metafora del nido. Esso rappresenta l’archetipo della dimora, uno spazio da farsi con lentezza a partire da noi stessi.
La performance: a piedi scalzi si avanzerà in prossimità dell’installazione, in contemplazione, e ci si adagerà sdraiati in posizione supina; si formerà un cerchio tenendosi per mano e con una voce narrante. Fino al 6 ottobre (martedì-sabato ore 10:00-18:00 / domenica ore 10:00-13:00).
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