Riapre dopo importanti interventi di restauro e manutenzione, il Musarb, il museo della cultura Arbereshe Nicola Barbato. a Piana degli Albanesi. Il taglio del nastro, ieri pomeriggio (29 agosto), nel corso delle celebrazioni della fondazione del comune arbereshe in provincia di Palermo, realizzate con il contributo degli assessorati regionali delle Attività produttive, del Turismo, Sport e Spettacolo, delle Autonomie locali e della Funzione pubblica e della Città Metropolitana di Palermo. Il «nuovo» museo Il museo, nelle sue sale, riunisce le testimonianze storiche, culturali e artistiche della comunità albanese, migrata in Sicilia alla fine del XV secolo in seguito alla diaspora dovuta all'invasione turca. Un museo totalmente rinnovato e accessibile, non solo alle persone con disabilità fisiche, ma anche a quelle con disabilità cognitive. In seguito all’intervento è stata aumentata la superficie espositiva, abbattendo le barriere architettoniche, fisiche e cognitive e dotando il museo di impianti e servizi per un funzionamento ottimale e per un’ampia fruizione, tra i quali un ascensore, il doppio ingresso, di cui uno per disabili, il doppio guardaroba, una sala conferenze, un piccolo bookshop, touch screen per gli approfondimenti. Cinque macro-sezioni Cinque le sezioni principali, più una speciale dedicata a Portella della Ginestra: abito tradizionale, icone, cultura materiale, erbario e fossili. Nella sezione dell'abito tradizionale, si possono ammirare i costumi dell'epoca, realizzati in tessuti preziosi e ricami, utilizzati per le cerimonie religiose e per le ricorrenze legate alla storia e alla tradizione arbereshe e arricchiti da gioielli. I vestiti attingono a un simbolismo religioso, spesso intriso di elementi della ritualità popolare. All'interno del museo si trovano anche gli abiti di tutti giorni e quelli indossati per il lutto. Varia la sezione delle icone, una tradizione che risale al IV secondo dopo Cristo. La produzione di icone, che è ancora viva nella comunità di Piana degli Albanesi, rispetta delle precise regole geometriche, tecniche e figurative, nonché un simbolismo legato al rito greco-bizantino. La sezione della cultura materiale riassume gli elementi della tradizione contadina di Piana, dall'evoluzione della casa tradizionale (con tutti gli aspetti legati alla vita quotidiana), passando per il mondo del lavoro (sia in città che nelle campagne) oltre agli utensili utilizzati per la trasformazione dei prodotti. All'interno del museo sarà possibile visitare una ricostruzione di un ambiente domestico, in una delle prime abitazioni dell'insediamento di Piana, raccolto in un'unica stanza, dove la famiglia condivideva gli spazi con degli animali. Il museo ospita anche un erbario. Nella sala viene esposta la ricchezza e la varietà dell'ambiente naturale di questa zona attraverso una serie di piante disidratate, alcune molto rare. C'è anche un diorama di specie vegetali imbalsamate provenienti da un ambiente ipogeico della Grotta del Garrone. Una sezione del museo è dedicata ai fossili. Tra questi, le varietà provenienti dal cimitero dei Pinnacoli, dalla Cava Cerniglia e dal monte Kumeta. Infine, una sezione speciale dedicata alla strage di Portella della Ginestra avvenuta nel 1947. Si tratta della prima strage di carattere politico-mafioso del dopoguerra. Durante le celebrazioni dell'1 maggio del 1947 furono uccise 11 persone tra le duemila accorso per celebrare la Festa dei lavoratori e la vittoria alle elezioni del Fronte Popolare. I mandanti non furono mai individuati.