Si parla d' identità, di luoghi cari, all'interno di Miele di rugiada di Gloriana Solaro, poetessa di Pollina, insignita di tanti riconoscimenti letterari, ricevuti in ogni parte d'Italia. Fra le pagine del suo libro. presentato ieri (sabato 3 agosto) a Pollina , in piazza Duomo, si parla anche della manna, prodotto naturale antichissimo che caratterizza Pollina ricavata dal frassino meridionale, utilizzabile per vario scopo alimentare ma anche per realizzare creme per il corpo, sapone o liquori. Viene chiamato anche «Nettare degli dei» e custodito tra la natura selvaggia delle Madonie. Le parole di Gloriana attingono a figure di riferimento come le proprie radici fatte non solo di sensazioni e ricordi ma di persone che hanno segnato la sua vita e l'hanno resa piena di luce, dolce come il titolo che ha dato alla sua creatura. Un libro dove si fa riferimento al padre, con il quale aveva un forte legame, ma anche alla madre e al fratello, con i quali, dice Gloriana in un suo verso, ha «diviso quella dolcezza dei suoi ricordi». Molte immagini che attraverso il linguaggio scritto sono state pure rappresentate dai disegni di Flavia Cangelosi. La stesura del libro è stata affidata alla Seristampa di Palermo. L'evento è stato moderato dal giornalista Rosario Mazzola. Dopo i saluti e l'intervento del sindaco di Pollina Piero Musotto e dell'assessore alla Cultura, Giuseppe Scialabba, Franco Cangelosi ha descritto il profilo dell'autrice, il suo impegno per la scrittura. La performance canora della cantante castelbuonese, Debora Marguglio, accompagnata al piano da Mario Marzullo, e la declamazione di alcune poesie da parte degli attori Anna Maria Guzzio e Giuseppe Tumminello, hanno fatto entrare nel vivo del libro, in ogni messaggio che si voleva far trasparire l'autrice. Il ricavato delle vendite è stato devoluto in beneficenza a favore della piccola Maria, figlia di Rita e Marc, migranti arrivati su un barcone a Lampedusa provenienti dalla Costa d'Avorio, che ha colpito la sensibilità della poetessa. Gloriana è nata a Pollina, ha lavorato in qualità di pedagogista dirigente presso l'Asp di Palermo. Scrivere, una passione coltivata sin da bambina. Sradicata dal suo paese, ne ha sofferto la lontananza. «Ho resistito al tempo e allo spazio. Una prova dura da superare per la delicata sensibilità di una bambina - racconta Gloriana -. Ho sempre avvertito un velo di tristezza, solitudine, paura del nuovo, del diverso e dell'ignoto. E ho colmato tutto questo scrivendo». Scrivere, spiega, è diventato il veicolo per moderare l'intensità dei sentimenti. «Mi sono presa cura - aggiunge - delle ferite profonde della mia anima con il coinvolgimento di tutte le mie risorse interiori. Le ho consacrate attraverso le parole di sofferenza riversate all'interno della mia anima e nel mio cuore. È stato uno sfogo soprattutto di amore». Gloriana ha espanso la sua cultura e provato a manifestare se stessa. Ama anche la musica ed è presidente dell'Associazione musicale culturale coro polifonico Giuseppe Mulè di Termini Imerese. Canta anche lei nel coro. Miele di rugiada è metafora di tanta dolcezza con cui è stato presentato quel caro amore viscerale per Pollina che non ha mai dimenticato. Parte fondamentale della sua vita che non poteva andare disperso ed un patrimonio che ha reso sacro, a cui ha dato un valore da far conoscere alla gente con i suoi occhi, lasciando una preziosa eredità soprattutto alle figlie Barbara, Viola, Alida, alle nipotine Eva e Diana definite da lei, «stelline dell'universo della sua esistenza».