Una gigantesca statua d’oro di Santa Rosalia con in mano una rosa rossa: a Palermo è tutto pronto, va in scena il Festino
Tutto pronto per il Festino di Santa Rosalia. Dal Cassaro ai Quattro Canti, dai bassi del centro storico alle ville di Mondello: la città è pronta per un giubileo speciale che cade per i quattrocento anni del ritrovamento delle ossa su Monte Pellegrino di Rosalia Sinibaldi. Diventata la santa patrona di Palermo dopo averla liberata da una terribile pestilenza. L’appuntamento è tale che la storia imponeva un’edizione speciale, in qualche modo. Si prevede uno spettacolo memorabile sul corso Vittorio Emanuele pronto ad accogliere un corteo che quest'anno prevede un afflusso di fedeli e turisti più alto rispetto agli altri anni. E con temperature che s’annunciano soffocanti: sudore assicurato. La società di Marco Balich, che si è aggiudicata l'organizzazione di una kermesse per la quale è stato stanziato quasi un milione di euro, promette un Festino indimenticabile e soluzioni sceniche memorabili nel rispetto della tradizione. «È un onore potere essere al servizio di un evento che il mondo ci invidia», ha detto Balich. Il carro principale è stato già piazzato sul piano di Palazzo Reale (nella foto), prima tappa del corteo di stasera dove le presenze di pubblico saranno contingentate come alla cattedrale. È un gioco di petali di giglio da cui viene fuori una gigantesca statua d'oro (è alta 9 metri) che raffigura Rosalia che protende in avanti il braccio destro e in mano tiene una rosa rossa, come un’offerta di speranza alla città. C'è un altro carro, già pronto alla cattedrale pensato appunto come una sorta di piccolo palcoscenico che aiuterà lo svolgimento della performance che sarà parte integrante dell’appuntamento. Quattro secoli e nemmeno sentirli. È passato tutto questo tempo da quanto una sarta di Ciminna, Girolama La Gattuta, ebbe in sogno l'indicazione su dove fossero le ossa della santa. Che furono scoperte il 15 luglio del 1624. Da quel momento il culto di Rosalia è dilagato. E sono stati quattro secoli in cui si è mischiato sacro e profano, dolore e speranza, buio e luce, disperazione e salvezza in una città che sembra tenere alta la vocazione a precipitare nella tenebra e che l'arcivescovo Corrado Lorefice ha definito «tormentosa e tormentata». Il pastore della Chiesa palermitana sostanzialmente ha ricordato che la santa-coraggio ha lottato contro la peste e che a tutti i livelli - dal cittadino comune all’amministratore - bisogna continuare a emulare il suo esempio. Questo perché i mali che affliggono questo spicchio di mondo sono pervasivi e inquietanti: dalla mafia alla droga, il crack soprattutto; dalle emarginazioni alla violenza sulle donne; dalla mancanza di lavoro ai carcerati e alle loro famiglie che non vedono futuro. L’avvio degli onori è previsto come al solito intorno alle 21. Dopo l’avvio dello spettacolo s’avvierà il grosso e lungo corteggio che dalla cattedrale scenderà fino ai Quattro Canti dove un gioco di videomapping proietterà su ognuna delle quattro facciate l’immagine del co-patrono, san Benedetto il Moro. Mentre nell’aria si spanderà un intenso profumo di rosa, elemento molto presente in ogni momento della celebrazione. Sarà il culmine della serata ed è in quel momento che Roberto Lagalla, al suo secondo Festino, salirà sul palco per urlare il tradizionale «Viva Palermo e Santa Rosalia». La macchina della sicurezza allertata già ore prima: transenne, vie di fuga, personale volontario, oltre mille addetti. L'evento sarà in formato maxi anche per il numero di visitatori attesi, almeno trecentomila