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Palermo, la stagione del Biondo In volo tra grandi classici e novità

Ventisette spettacoli distribuiti tra Sala Grande e Sala Strehler, di cui diciotto produzioni o coproduzioni, un progetto speciale con la coreografa Carolyn Carlson

Ventisette spettacoli distribuiti tra Sala Grande e Sala Strehler, di cui diciotto produzioni o coproduzioni, un progetto speciale con la coreografa Carolyn Carlson, una fiaba danzata con gli artisti di Aterballetto e una grande mostra per celebrare i novant’anni della scenografa e costumista Santuzza Calì. Sono questi i numeri della nuova stagione del Teatro Biondo di Palermo intitolata In volo, che la direttrice Pamela Villoresi e il presidente Giovanni Puglisi hanno presentato stamattina alla presenza di numerosi artisti. La stagione prenderà il via il 12 ottobre con la restituzione del laboratorio Motion, time, space, che Carolyn Carlson interpreterà insieme agli allievi della «Scuola di recitazione e professioni della scena» del Teatro Biondo. A seguire, in prima nazionale, debutterà Guerra e pace di Lev Tolstoj nell’adattamento di Gianni Garrera diretto da Luca De Fusco e interpretato da Pamela Villoresi, Francesco Biscione, Raffaele Esposito, Giacinto Palmarini, Paolo Serra, Federico Vanni, Mersila Sokoli, Alessandra Pacifico, Lucia Cammalleri, Eleonora De Luca.

«Vogliamo immaginare questa nuova stagione del Teatro Biondo - afferma il presidente Giovanni Puglisi - come un viatico per un cammino di transizione, un bagaglio di riflessioni, di parole, di immagini e di concetti che ci aiutino a traghettare il mondo verso un’epoca di più solide certezze e di rinnovato umanesimo. Il Teatro, oggi più che mai, nella nostra epoca di incertezze e di disordini, può aiutare a capire la storia e il presente, fornendo gli strumenti per leggere la realtà e per trasformarla. Il Teatro è giudice del presente e oracolo del futuro. Con la nostra offerta culturale, attraverso il recupero dei classici e la proposta di nuove scritture, vogliamo dunque riunire la comunità intorno ai grandi temi del contemporaneo, per discuterli insieme, per pensare e condividere emozioni, commozioni e gioie». «In questi anni - spiega Pamela Villoresi - abbiamo traghettato storie e pensieri, siamo stati «quasi eroi» in anni claustrofobici, e abbiamo affondato la nostra ricerca nelle radici della nostra cultura e del nostro cuore. Soprattutto abbiamo trascorso del tempo prezioso a Teatro e ci siamo divertiti».

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