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Terrasini: addio a Benedetto Giambona, l'archeologo e scrittore che amava la pittura

Il sindaco Giosuè Maniaci: «Non perdeva mai l'occasione per manifestare il suo amore per il nostro paese»

Si è spento a Terrasini Benedetto Giambona, archeologo e scrittore molto apprezzato, che ha portato avanti, fino all'ultimo, la sua attività di ricerca. Aveva 82 anni e amava la pittura. Nella cittadina a pochi chilometri da Palermo lo conoscevano tutti e in queste ore sono tantissimi i messaggi di cordoglio pubblicati sui social.

C'è anche quello del sindaco Giosuè Maniaci: «Vogliamo stringerci al dolore dei familiari e degli amici del nostro concittadino Benedetto Giambona, venuto meno all'affetto dei suoi cari. Beni Giambona era un noto archeologo che nella sua vita non smise mai di essere ricercatore e scrittore e di dedicarsi alle arti come pittore e poeta. Grande studioso della sua amata Terrasini e di tutto il territorio circostante, ricevette tanti riconoscimenti per i libri che scrisse. Tra questi, «Heirktai e gli accampamenti romani di monte Palmeto», un libro conservato in importantissime università del mondo, e «Terrasini e Cinisi dalla preistoria ai musulmani».

«In questi anni - prosegue Maniaci - ho avuto modo diverse volte di confrontarmi con il dottor Giambona e ho trovato sempre una persona pronta a manifestare il suo amore e attaccamento per il suo paese e il suo territorio. A lui ci siamo rivolti, ad esempio, per la rievocazione storica della Notte delle Luci e sempre a lui, abbiamo chiesto fondamentali informazioni per il sentiero di Mirciene. Riposi in pace».

Lo ricorda con affetto anche il professore Salvo Vitale: «Ho accolto con infinita tristezza la notizia della scomparsa del mio amico Beni Giambona, perché era una bella persona con la quale sono rimasto a contatto din da quando eravamo ragazzi ai tempi del Centro di Lettura del professore Ventimiglia a Terrasini. Da allora abbiamo continuato a frequentarci ed egli mi metteva sempre al corrente delle sue ricerche soprattutto archeologiche e delle sue «trovature», spesso pregiatissime. Ci tengo a dire che ha dato un contributo fondamentale nella stesura del mio libro «Mulinazzo», con informazioni, materiali vari, foto e contributi storici e archeologici. Ricordo che ero stato da poco trasferito a Lercara Friddi quando nacque la sua prima figlia ed egli venne a prendermi direttamente in quel paese, ad oltre 150 chilometri di distanza, e poi a rilasciarmi, perchè voleva fortemente che battezzassi la bambina. E così siamo diventati compari. Negli ultimi tempi stava lavorando a una ricerca sulla storia e la presenza dei musulmani a Cinisi, in un contesto archeologico e storico a partire dalle tracce di insediamenti punici e romani, poichè egli stesso aveva individuato a Monte Palmeto il campo cartaginese in cui Amilcare Barca resistette per tre anni ai Romani. Nessuno di tutti quelli che si occupano di beni culturali nei vari enti locali e regionali, ha voluto, al momento, pubblicare le sue ricerche che, temo, rimarranno nel suo computer.
Ciao, Beny, a presto».

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