«Una stagione regale, da teatro nazionale». Pamela Villoresi, direttrice del Teatro Biondo di Palermo riporta la grande arte sui palcoscenici della Sala Grande e Sala Strehler: la nuova stagione 2023-24 sarà un pieno di produzioni e coproduzione internazionali, tra le quali spiccano quelle con la Compagnie 111 di Aurelien Bory e con il teatro nazionale croato Ivan de Zajc di Fiume, grandi ritorni e grandissimi interpreti e ciliegina sulla torta l’anteprima mondiale dell’ultima regia di Peter Stein, che porterà in scena lo spettacolo «Crisi di nervi» di Anton Cechov.
Un cartellone scoppiettante, che ha riscontrato un enorme favore di pubblico. Sono già 6700 gli abbonati, «raddoppiati dall’anno scorso - sottolinea Villoresi - quando la quota si era attestata sui 3300. E anche i dati sugli studenti fanno ben sperare, al momento siamo a quota 2400». Torna la grande arte e i numeri pre covid vengono raddoppiati. In tutto saranno 26 gli spettacoli distribuiti tra la due sale - 14 nella Grande e 12 nella Strehler - con registi del calibro di Roberto Andò, Luis Pasqual, Victoria Chaplin, Pippo del Bono. Lo start il 20 ottobre con la prima assoluta dello spettacolo Gli Invisibili, creato a Palermo dopo diversi sopralluoghi con il regista Bory: danza e musica che racconteranno migrazioni, integrazioni, fatiche e scoperte e coinvolgerà artisti siciliani o residenti nel territorio di diverse discipline e identità. «Ma faremo anche girare i nostri artisti all’estero - sottolinea la direttrice - il pubblico sarà molto felice. I numeri ce lo dicono, siamo al raddoppio. I palermitani si possono aspettare veramente di tutto: abbiamo i grandi attori e proposte nuove, alternative che buttano l’occhio alle tematiche sociali importanti, penso a «Col tempo attorno» di Scarpinato, che parla del suo essere bambino con due genitori magistrati e di ciò che ha vissuto durante la strage di Falcone». La stagione sembra accontentare tutti i palati e i palermitani «possono aspettarsi tutto».
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