Palermo, il lato inedito del generale Dalla Chiesa svelato in un libro a 41 anni dalla sua morte
Immagini e documenti inediti che accendono i riflettori su una sfumatura sconosciuta ai più. «Carlo Alberto Dalla Chiesa, soldato, carabiniere, Prefetto», è il libro storico documentale edito dallo Stato Maggiore della Difesa: presentato oggi pomeriggio a Villa Pajno a Palermo, l’opera apre le commemorazioni del 41esimo anniversario dell’eccidio di matrice mafiosa di via Isidoro Carini, dove persero la vita il generale, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della polizia di Stato Domenico Russo. Centinaia di pagine scritte dal generale di divisone dei carabinieri Alfonso Manzo, dal capitano Alessia Glielmi e dal capitano Francesco D’Ottavio che ripercorrono le tappe della carriera del Prefetto fin dal suo ingresso nell’esercito durante la seconda guerra mondiale. E proprio in questo primo segmento emerge una delle tantissime anime che hanno caratterizzato la vita di Dalla Chiesa, che tra il 1943 e il 1944 si trovava a San Benedetto del Tronto, dove dopo l’armistizio dell’8 settembre si è unito alla resistenza divenendo partigiano. «Nessuno era a conoscenza di questo lato inedito - sottolinea Glielmi -, io mi occupo di fonti storiche e ho pensato potesse essere interessante e importante mettere in luce questo aspetto. È la prima volta che quello che diventerà il Generale Dalla Chiesa esercita il comando - prosegue - e lo fa in una situazione disastrata come quella dell’Italia post armistizio». «Nel libro abbiamo ripercorso la sua vita professionale nelle 3 diverse fasi - spiega il Generale Manzo - evidenziando con particolare enfasi l’ultimo periodo, quei 123 giorni di Palermo dove si è conclusa tragicamente la sua parabola. È stato molto difficile - prosegue - abbiamo voluto far parlare i documenti: le sedi percorse sono state tantissime e ripercorrere le sue stesse tappe è stato un onore e un privilegio». Il libro incastra perfettamente tutti i pezzi narrativi e visuali: «Volevamo dare ai lettori qualcosa di inedito - spiega D’Ottavio - che parlasse per immagini così da far emergere delle emozioni durante la lettura del libro».