Palermo, l'Orto Botanico diventa un caleidoscopio delle arti: Metamorphosis abbatte muri e steccati
All’Orto Botanico di Palermo, luogo accogliente che fa della diversità la sua ricchezza, ritorna per il secondo anno consecutivo il festival multidisciplinare Metamorphosis, capace d’incanalare in un unico flusso quasi liberatorio espressioni artistiche differenti, abbattendo muri e steccati di genere, di ispirazione, di ambiti artistici. Dal 24 agosto al 10 settembre il festival presenta un cartellone in cui musica (tantissima musica), videoart, teatro, danza, fotografia, giocoleria e teatro-circo coabitano su un unico palcoscenico. Numerosi gli appuntamenti da segnare in agenda: dal ritorno di Emma Dante con la fiaba barocca La scortecata, tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, che ha fatto il giro dei palcoscenici europei e ritorna nella città dove fu presentato nel 2018, a Davide Enia, che si cala nel suo disperato L’abisso, raccogliendo il dolore dei migranti, passando per Salvo Piparo, che tiene alta la tradizione palermitana tramite parola, cunto e letteratura. Così, gli spettatori potranno apprezzare la nuova potente videoscultura dei Masbedo dal titolo The Lovers, interamente giocata sulla violenta seduzione di due esseri, oppure scoprire Claudio Collovà con un nuovo capitolo del suo progetto su La terra desolata di Eliot. Senza tralasciare le ricerche sonore di Tlon, che con La Rappresentante di Lista proporrà le sue Lezioni di meraviglia», e ancora di Serena Ganci, del violoncellista Enrico Sorbello e del violinista Alessandro Librio. «Secondo anno consecutivo per una manifestazione multiculturale e multigenere che avvicina ancora di più l’ateneo alla città - afferma il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri -. Un’ulteriore offerta per i nostri figli a cui presentiamo un’università e un ambiente di studi di carattere europeo». Il festival Metamorphosis conferma l’Orto Botanico come casa delle arti performative e polo culturale dedicato al pubblico, luogo della sperimentazione scientifica e culturale, per eccellenza. «Un appuntamento che desideriamo rimanga costante nel tempo. È un esempio di terza missione: il pubblico, con gli artisti, vive i luoghi dell’Università», dice Michelangelo Gruttadauria, presidente del sistema museale di ateneo. Tre lunghi week end colmi di sorprese con un occhio di riguardo alle produzioni artistiche siciliane d’eccellenza, spettacoli costruiti proprio raccogliendo la suggestione dell’Orto Botanico. La rassegna, diretta da Sabino Civilleri, è nata dalla collaborazione tra il Simua (sistema museale di ateneo) e CoopCulture, che cura i servizi aggiuntivi dell’Orto, organizzata da Genìa e realizzata con il supporto del laboratorio del Dams universitario, che sta definendo talk tematici con i docenti. Il festival è inserito nelle attività finanziate dal Pnrr per la rigenerazione e valorizzazione di parchi e giardini storici: «Mettiamo in rete le eccellenze lanciando la sfida che la cultura possa essere un’industria economica anche per il Sud» spiegano Letizia Casuccio e Massimiliano Lombardo, rispettivamente direttore generale e generale manager Sicilia di CoopCulture.