Fuoco, fumo e pigmento su tela, combustioni di collages, sculture in legno bruciato. Il linguaggio pittorico-plastico di Jean Boghossian arriva a Villa Zito, a Palermo. L'artista, di origine armena, è celebre nel panorama internazionale per l'impiego del fuoco nella creazione delle sue opere, ma anche del fumo e del colore allo stato di pigmento puro. Attraverso l'uso sapiente di questi strumenti Boghossian ha articolato la sua opera in fasi e cicli produttivi differenti. "Sono un grande sperimentatore - spiega - mi piace andare oltre. Quando cerco, continuo a scavare sempre di più, così sono arrivato all'utilizzo del fuoco nei miei lavori. Sono il frutto di venti anni di ricerca".
In mostra, nelle sale di Villa Zito, ben 88 opere che ripercorrono l'evoluzione dell'artista belga-libanese dal 2001 ad oggi. Un progetto espositivo fortemente voluto dalla fondazione Sebastiano Tusa. “La mostra, rivolta a ricordare il grande archeologo e studioso Sebastiano Tusa, - spiega Valeria Li Vigni - presenta un’antologica tra le più complete di un artista di fama internazionale che ha perfettamente interpretato il tema del dinamismo culturale. La costante attenzione di Boghossian agli equilibri mediterranei ben si allinea con quella funzione socio-politica che Sebastiano Tusa ha sempre sviluppato nella sua immensa produzione”.
La mostra “in rete”, inaugurata a Villa Zito, sarà allestita contemporaneamente fino al 9 ottobre anche a Palazzo Branciforte, alla biblioteca comunale di Casa Professa con la chiesa di San Crispino e Crispiniano e San Michele Arcangelo, negli spazi indoor e outdoor di Villa Igiea e del Verdura Resort di Sciacca, del gruppo Rocco Forte Hotels.
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