La giovane band Santamarea, di Carini, composta dai fratelli Stefano, Michele e Francesco Gelardi e dalla loro amica d’infanzia Noemi Orlando, ha vinto la 34/a edizione di Musicultura e si è aggiudicata con la canzone Santamarea il premio di 20 mila euro messo in palio dalla Banca di Macerata.
La consegna arriva al termine della finalissima tra gli otto sfidanti del Festival della canzone popolare e d’autore 2023 all’Arena Sferisterio di Macerata, che conferisce al gruppo anche la Targa della critica, oltre a quelle ottenute nelle semifinali da Pmi per il miglior progetto discografico e da Unimarche per il miglior testo, dando invece a Lamante, di Schio (Vicenza), per il brano L’ultimo piano, il premio Nuovo Imaie per effettuare un tour.
«Non potevamo aspettarci di più - hanno commentato i Santamarea - non ce l’aspettavamo e siamo felicissimi. Investiremo questi soldi in un progetto discografico e non vediamo l’ora di farlo. «La canzone assieme al nostro nome - hanno raccontato all’Ansa - nasce come un’ispirazione mistica dalle immagini del tratto di costa di Carini, dove abitiamo, che mescola natura e degrado urbano, e identifica nella marea la forza capace di placare come una santa le tempeste emotive che ci affliggono, facendolo però insieme».
Il concetto dello stare insieme ha animato tutta la serata, ribadito dai conduttori Flavio Insinna, grande mattatore sempre attento a tenere desta l’attenzione dei 2.400 spettatori che gremivano l’Arena, e Carolina Di Domenico. Ma anche da Simone Cristicchi, vincitore di Musicultura nel 2005, che con Amara ha cantato L’ombra della luce e La cura di Battiato, dando il via a una serie di omaggi a grandi cantautori del passato di cui Musicultura raccoglie la tradizione. Tra questi Lucio Battisti ricordato da Mogol, autore dei suoi testi, a cui il pubblico ha tributato una lunga standing ovation e che ha ricevuto dai rettori delle Università di Camerino e Macerata un premio «per alti meriti artistici». Anche Franco Califano è stato omaggiato da un monologo di Insinna e dalla canzone Un tempo piccolo cantata da Ermal Meta, fino all’adrenalinica esibizione di Dardust in una rielaborazione elettronica della Tarantella di Gioachino Rossini e di una pizzica del ‘600.
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