Dall’esposizione della salma di Padre Pio all’omicidio di Pio La Torre, passando per il debutto della ghigliottina, il disastro di Chernobyl, la nascita di Renato Rascel e le morti di Ciccio Ingrassia e del boss Gaetano Badalamenti. Fatti e personaggi al centro delle ricorrenze dal 24 al 30 aprile, scelte e commentate da Marco Romano, direttore responsabile del Giornale di Sicilia, che torna come editorialista della settimana a «Il giorno e la Storia», il programma di Rai Cultura firmato da Giovanni Paolo Fontana, in onda tutti i giorni alle 00.10 e in replica alle 8.30, 11.30, 14.00 e 20.10 su Rai Storia.
Lunedì 24 aprile, Romano commenta l’esposizione della salma di Padre Pio nel santuario di San Giovanni Rotondo, nel 2008, mentre martedì ricorda la prima volta in cui, nel 1792 a Parigi, viene utilizzata la ghigliottina per decapitare un bandito da strada, Nicolas Jacques Pelletier.
Mercoledì ricorre la data del disastro nucleare di Chernobyl, nel 1986, quando a causa di gravi errori di sicurezza si fonde il nocciolo del reattore numero 4, che esplode, disperdendo nell’aria materiale radioattivo.
Un protagonista di cinema e teatro è al centro della ricorrenza di giovedì: nel 1912 nasce a Torino Renato Rascel, al secolo Renato Ranucci. Figlio d’arte, Rascel, dagli anni ’50, inizia una grande carriera cinematografica e teatrale. Muore a Roma nel 1991.
Venerdì, il direttore del Giornale di Sicilia rende omaggio a un grande siciliano, a vent’anni dalla morte, nel 2003: Ciccio Ingrassia. Nato a Palermo nel 1922, all’inizio degli anni ’50 conosce Francesco Benenato, in arte Franco Franchi, con il quale forma un’indimenticabile coppia della comicità italiana. Insieme, girano 132 film. Indimenticabili sono anche le interpretazioni di Ciccio in «Amarcord» di Fellini e in «Todo modo» di Petri, per il quale vince un Nastro d’argento.
Sabato in primo piano c’è la morte in carcere negli Stati Uniti, nel 2004, del boss mafioso Gaetano Badalamenti, mentre la settimana di Marco Romano si chiude, domenica 30 aprile, ricordando Pio La Torre ucciso, insieme a Rosario Di Salvo, nel 1982. La Torre si era battuto per l’approvazione della legge che introduceva il reato di associazione mafiosa e per quella sulla confisca dei beni.
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