Un artista poliedrico, molto noto a Palermo, si è spento prematuramente. Fabrizio Pezzino, 58 anni, palermitano, era pittore, fotografo e un valido musicista. Amava il jazz ma con la sua batteria si misurava anche con altre espressioni musicali. Un uomo che ha vissuto di arte, estroso, eclettico. Da tempo lottava con un male incurabile. Tante le sue esibizioni da musicista con varie formazioni: al teatro Civico di Sassari, al teatro Selinus di Castelvetrano, al Politeama di Palermo e in tante altre strutture concertistiche. Con il gruppo “Alma Jazz” ha partecipato a diverse manifestazioni per l'unicef ed era di casa nei jazz club come il Gattonero, l'Open Jazz, il Mikalsa e il Brass Group di Palermo. Molto stimato anche da pittore, le sue estrose opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. A ricordarlo sui social, a poche ore dalla sua morte, amici e colleghi, ma anche semplici conoscenti che si erano avvicinati alle sue tante espressioni d'arte. L'attore Cocò Gulotta: «Ciao Fabrizio Il mio immenso dolore è leggermente mitigato dalla certezza che tornerai ancora per continuare a vivere con me e con tutti i nostri fratelli l'arte e la bellezza come tante volte è già accaduto. Grazie amico mio, per sempre». L'amico Domenico Nicitra: «Ti voglio ricordare sempre allegro e con tanta voglia di vivere. Un maledetto tumore ti ha portato via e il mio rammarico è non averti potuto aiutare. Ci siamo conosciuti quasi un quarto di secolo fa e quante cose belle abbiamo fatto insieme. Abbiamo creato gli Alma Jazz e siamo cresciuti (musicalmente) insieme. Tu più di tutti, sei diventato un bravo batterista, apprezzato da tutti. Sei sempre stato una bella persona, un vero artista e mi manchi tantissimo». La politica del Pd Milena Gentile: «Che dolore pensare che non ci sei più, con la tua ironia, la tua musica, le tue opere, con la tua sensibilità di artista poliedrico». La speaker Valentina Frinchi: «Nel 2016 feci squadra insieme a Fabrizio in un posto che era la sua casa, si chiamava Forme D'Arte e si faceva musica jazz. Era un posto per gente che si voleva bene. Lui stava spesso in cucina perché si appassionava preparando le pietanze delle cene sempre diverse per ogni serata; e tra un piatto e l'altro si sedeva alla sua amatissima batteria ed era felice. Cucinava e suonava, suonava e cucinava, abbracciava amici e sorrideva. In quegli anni Fabrizio fu felice e quindi voglio ricordarlo così. Te ne sei andato via così veloce come le paste che spiattellavi in cucina per gli artisti e gli amici che riempivano la tua creatura. Ti porterò nel cuore. Eri tanto buono, tanto bravo. Riposa, sono sicura che in una nuova dimensione la tua nuova vita sarà migliore di quella degli ultimi giorni».