La Sicilia è una terra che Maurizio Costanzo aveva nel cuore e lo dimostra anche con il suo lavoro, con un costante impegno contro la mafia che lo costrinse a vivere sotto scorta per più di trent'anni, da quando un'autobomba, nel 1993, ad un anno dalle stragi di Capaci e via D'Amelio, aspettava anche lui in via Fauro nel quartiere Parioli di Roma. Maurizio Costanzo, morto oggi a Roma all’età di 84 anni, era finito nel mirino di Cosa nostra, soprattutto per le sue trasmissioni tv. E per questo la cupola decise che doveva essere messo a tacere, per sempre. Un commando guidato da Matteo Messina Denaro si trasferì a Roma e preparò l'attentato di viale Parioli. Il giorno dell'attentato il giornalista, che si trovava in auto con la moglie Maria De Filippi, scampò per un pelo a quella vile aggressione grazie ad un muretto di una scuola che fece da protezione al passaggio della Mercedes blindata di Costanzo. In quella macchina che aveva l'obiettivo di ucciderlo c'erano 70 chili di tritolo. Il suo commento, in un'intervista successiva a quel grave episodio di cronaca, fu: "Il bello è stato accorgerci che eravamo vivi". Nel suo celebre programma "Maurizio Costanzo show", il giornalista romano trattò spesso temi scottanti riguardanti la Sicilia. Indimenticabile la sua intervista all'amico Giovanni Falcone, con una staffetta televisiva con il programma Samarcanda del 26 settembre 1991, in seguito all’omicidio del coraggiosissimo imprenditore Libero Grassi, che morì per essersi ribellato al racket mafioso. Una vera e propria maratona Rai-Fininvest contro cosa nostra. Memorabile la scena in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con la scritta "Mafia made in Italy". E proprio durante la storica staffetta televisiva imbastita fra Samarcanda di Michele Santoro su Rai 3 e fra il Maurizio Costanzo Show su Canale 5 avvenne un fatto destinato a entrare negli annali della televisione italiana: l’attacco contro il “giornalismo mafioso” messo in atto da un giovane e focoso militante politico siciliano. La puntata-staffetta fu decisa dopo l’omicidio di Libero Grassi, coraggioso imprenditore palermitano assassinato per avere detto di no al pizzo. A un certo punto un anonimo signore chiese la parola a Santoro per smontare le “buffonate” che erano state dette dal palco. “C’è in atto una volgare aggressione alla classe dirigente migliore che abbia la Democrazia cristiana in Sicilia“, esordì il giovane. “L’avete costruita sapientemente perché avete bisogno di delegittimare le persone migliori che abbiamo, perché questa Sicilia vada sempre più in fondo!” “Avete costruito e avete infangato la memoria di Libero Grassi perché quello di stasera – il giornalismo mafioso che avete fatto stasera – fa più male alla Sicilia di dieci anni di delitti. E non ve ne rendete conto!” Il giovane esprimeva la sua rabbia al microfono di Santoro, fra le urla e i fischi del pubblico. E ancora: “Dovrete rispondere del danno che avete fatto alla Sicilia e delle cose infamanti che avete fatto alle persone migliori”. Santoro chiese al giovane di tralasciare i discorsi generici per entrare nel merito della questione: “Mi dica quali sono state le accuse infamanti che abbiamo fatto questa sera”. Seguirono puntualizzazioni su processi in corso, sull’operato di un giudice definito “corrotto” e su un pentito definito “volgare” e “manovrato”. Quel giovane era Salvatore Cuffaro, futuro presidente della Regione Siciliana. In una recente intervista rilasciata a fanpage, subito dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro il re italiano dei talk disse: "L'arresto di Matteo Messina Denaro l'ho appreso dal telegiornale e sono saltato dalla poltrona, pensavo non sarebbe mai potuto accadere. È la dimostrazione che il lavoro costante delle forze dell’ordine può portare ad arrestare un ricercato numero uno come lui. L’arresto a Palermo, vuol dire che lo Stato sapeva”. Costanzo, oltre che uno straordinario autore musicale, fu un grande scopritore di talenti come Vittorio Sgarbi, Giobbe Covatta, Luciano De Crescenzo, Enzo Iacchetti. Uno che deve molto al giornalista è Fiorello. I due si conobbero in un villaggio vacanze dell'Isola in cui il noto showman siciliano faceva il capo animatore e Costanzo notò subito le sue straordinarie qualità. Dopo qualche anno lo invitò come ospite a Buona Domenica.