Tornata a casa dopo il funerale di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, una giovane donna palermitana espone al balcone un lenzuolo che esprime tutta la sua rabbia. «Palermo chiede giustizia» c’è scritto. È il primo atto di una rivolta collettiva delle coscienze che dà corpo al «Comitato dei lenzuoli» un gruppo spontaneo nel quale si ritrovano intellettuali, docenti universitari, giornalisti, sociologi, professionisti. Trent’anni dopo la memoria di quella esperienza viene rievocata in una mostra promossa dall’Istituto Gramsci siciliano e visitabile da giovedì 23 giugno al 23 luglio ai Cantieri culturali di Palermo. Nel percorso espositivo si ritrovano materiali, documenti, testimonianze delle iniziative promosse dal comitato. Si tratta di un campione della documentazione che le promotrici (erano quasi tutte donne) del comitato hanno lasciato come forma espressiva di quella rivolta civile. Accanto ai documenti e agli striscioni vengono esposti anche lenzuoli dipinti che arricchirono le iniziative della declinazione assunta dal comitato nell’area ionico-etnea. Documenti e striscioni vengono da Marta Cimino, la prima donna a lanciare la protesta dei lenzuoli, scomparsa da qualche anno. Li ha recuperati e sistemati la figlia Caterina Cammarata. I lenzuoli dipinti sono stati conservati per 30 anni da Marinella Fiume. Il gesto di Marta Cimino toccava i nervi scoperti di Palermo. Altri lenzuoli cominciarono a comparire ai balconi di case, studi, uffici privati e pubblici, al centro e in periferia. Accompagnavano la richiesta di giustizia e il sostegno ai magistrati. Mostre: lenzuoli contro la mafia, rivolta civile di Palermo. «Avevamo la perfetta consapevolezza della sproporzione - scrive la storica Giovanna Fiume, una delle promotrici del comitato - tra i nostri gesti politici e la forza dell’avversario, usavamo l’aspirina contro il cancro, ma non trovavamo alternative al perseguire piccoli cambiamenti delle coscienze negli incontri di strada, davanti alle scuole, nelle aule universitarie». L’Istituto Gramsci ha anche pubblicato un catalogo e un libretto, «Storia di Marta», con la testimonianza della prima donna che espose un lenzuolo. «La mostra - dice Salvatore Nicosia, presidente del Gramsci siciliano - documenta un trauma politico di inaudita violenza; ma anche la presa di coscienza, la rivolta morale, il richiamo ai doveri del potere, la richiesta di giustizia. Il lenzuolo segnava il confine dalla cultura mafiosa».