Arrivano i soldi per il restauro della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, a Palermo, splendida testimonianza d’arte barocca della seconda metà del Cinquecento. Dal ministero delle Infrastrutture sono stati assegnati 950 mila euro al Provveditorato alle opere pubbliche di Sicilia e Calabria destinati proprio al restauro della chiesa del monastero di Santa Caterina, che si trova in piazza Bellini, di fronte alle monumentali chiese della Martorana e di San Cataldo e accanto all’ala est del Palazzo di Città. «Questa somma - dice il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova - rappresenta un investimento importante, destinato a un bene di riconosciuto spessore storico, artistico e culturale per la città di Palermo e l’intera Sicilia. Grazie a questi fondi sarà possibile intervenire in particolare sul pavimento, sul coro ligneo e sull’apparato decorativo marmoreo della chiesa, secondo una logica unitaria di valori formali e sicurezza, così come indicato dagli approcci più moderni ed evoluti alla conservazione e alla manutenzione del costruito antico. Salvaguardando al tempo stesso memoria, cultura, integrità del manufatto, a tutela sia del bene che dei suoi fruitori». Il monastero di clausura, che ospitava religiose provenienti dalle principali famiglie di Palermo, nacque all’inizio del 1300 per volontà testamentaria di Benvenuta Mastrangelo. Nel 1532, a causa dell'accrescersi del numero delle religiose, venne acquistata dal monastero la chiesa di San Matteo. Sull’edificio già esistente venne eretta la chiesa attuale, per volontà della priora Suor Maria del Carretto. I lavori cominciarono nel 1566 e furono ultimati trent’anni dopo. Noto anche come Chiesa di Santa Caterina delle Donne, è un edificio di culto tra i più ricchi e decorati del capoluogo siciliano, dalla facciata in stile tardo-rinascimentale e l’interno in stile barocco rococò. Da una porta laterale posta accanto all’altare maggiore, l’accesso al monastero. L'edificio ha subito notevoli danni a causa dei bombardamenti anglo-americani del 1943. Intorno al 2014 fu avviato un primo intervento di restauro (ancora non completato) per riparare danni dovuti a distacchi e cedimenti delle pareti. Dal luglio 2014 non accoglie più le monache domenicane, ma è affidata alla Curia palermitana. La proprietà è del Fec (Fondo Edifici Culto). La chiesa veniva ricordata per i sepolcri durante la settimana santa, quando veniva esposta la famosa «tila», opera di Patricolo. Entro il 2022 è previsto l’affidamento della progettazione e dell’esecuzione dei lavori.