Nel XVIII secolo la ceroplastica assurge a vera e propria arte. Un tempo ogni monaca professa di Santa Caterina aveva un Bambino Gesù, protetto da una scarabattola, sul cassettone all’interno della sua cella. Curata da Maria e Nicole Oliveri, s’inaugura sabato 18 dicembre, alle ore 12, la mostra «Il Divino Infante nel Monastero di Santa Caterina». Saranno presenti l’Arcivescovo Don Corrado Lorefice e il Prefetto di Palermo Giuseppe Forlani.
Dopo la pausa forzata causata dalla pandemia, l’iniziativa segna un nuovo capitolo del vasto e articolato percorso di valorizzazione delle opere d’arte sacra siciliana, iniziato nel 2018 col primo appuntamento del ciclo «Sacra et Pretiosa» dedicato ai conventi e alle chiese di Palermo e proseguito nel 2019 con i Tesori di Ciminna. Il progetto ha l’obiettivo di promuovere il patrimonio del sacro e, al contempo, di raccontare la vivacità culturale e religiosa che connotava la vita all’interno dei monasteri e dei conventi, poco conosciuta a causa delle rigide regole di segregazione dettate della clausura. Nelle stanze preposte un tempo alla vita comune delle suore, al primo piano del Monastero, oltre alla numerosa collezione di S. Caterina, è esposto circa un centinaio di piccoli e grandi capolavori in cera d’ambito per lo più siciliano, che attestano il culto e la devozione al Divino Infante: vezzosi Gesù in fasce, perfetti in ogni dettaglio, realizzati da virtuosi «bambineddari» palermitani, che avevano bottega in via dei Bambinai, nei pressi della Chiesa di San Domenico; bambinelli di produzione ericina, alcamese, salemitana, realizzati in seno alle comunità monastiche femminili
La mostra è aperta al pubblico dal 18 dicembre 2021 al 10 gennaio 2022, dalle 10 alle 18.
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