Palermo

Giovedì 28 Novembre 2024

Regioni a confronto a Palermo: sì alle opere d'arte da mostrare a tutti in digitale

L'incontro al complesso monumentale di San Domenico

Sfruttare al meglio i quasi cinque miliardi che arriveranno dal piano europeo del Recovery per la Cultura puntando soprattutto sulla digitalizzazione e sullo sviluppo delle piattaforme web per consentire a tutti di fruire dell’immenso patrimonio artistico italiano ma anche una maggiore integrazione tra le risorse messe in campo dalle amministrazioni pubbliche e gli interventi dei privati che possono offrire un valore aggiunto alla ripartenza di un settore che ha risentito fortemente delle difficoltà provocate dalla pandemia. Un’impostazione che ha visto d’accordo i politici e le personalità del mondo religioso e della cultura che hanno partecipato ad «Agorà della Cultura», l’evento promosso dall’associazione Amici dei Musei Siciliani con il patrocinio gratuito della Regione Siciliana e dell’Anica, organizzato da View Point Strategy al complesso monumentale di San Domenico di Palermo. «Il Pnrr è una grande sfida ed è necessario investire nella cultura che in Italia produce il 15 per cento del Pil. Il nostro obiettivo è di garantire una migliore fruibilità e accessibilità per i nostri siti ma anche di destinare una parte di questi investimenti ai teatri, al mondo del cinema e dell’audiovisivo e ai musei, oltre che calibrare gli interventi a favore della Sicilia e degli altri territori», ha detto Vito D’Adamo, capo della segreteria particolare del Sottosegretario ai Beni Culturali, Lucia Borgonzoni, intervenuto in audio all’inizio del convegno. Il presidente degli Amici dei Musei Siciliani, Bernardo Tortorici, ha raccontato la sua esperienza e di come la cultura è ripartita nonostante l’emergenza sanitaria: «Abbiamo organizzato la seconda edizione di Restart, una manifestazione che ha aperto i siti culturali più importanti di Palermo, dimostrando che si può ricominciare anche se nel 2020 la contrazione generale dei consumi culturali è stata del 50 per cento». Un altro tema è stato quello dell’innovazione digitale, ormai indispensabile per consentire a tutti - da casa propria e da ogni parte del mondo – di visitare i musei, i monumenti e di ammirare le opere d’arte più importanti con un semplice click. «Negli ultimi cinque anni abbiamo investito molto in questo settore – ha spiegato Salvatore Turrisi, presidente e amministratore dell’azienda siciliana di telecomunicazioni Sielte – il lockdown ha costretto tanti cittadini ad utilizzare le piattaforme sul web e abbiamo capito si possono fornire servizi, come ad esempio il tour virtuale dei musei o la didattica a distanza utilizzata nelle scuole. La rete ha retto ma adesso bisogna pianificare il futuro addestrando tutti a usare l’online e migliorando le infrastrutture». Particolarmente interessante la tavola rotonda «Cultura e Turismo: binomio per rilanciare il Paese», moderata dal giornalista Pietrangelo Buttafuoco, a cui hanno preso parte l’assessore regionale ai Beni Culturali della Sicilia, Alberto Samonà, Giorgia Latini (Marche), Paola Agabiti (Umbria), Stefano Bruno Galli (Lombardia) e Umberto Croppi, direttore generale di Federculture ed ex assessore alla Cultura del Comune di Roma e il critico d’arte Vittorio Sgarbi con il suo punto di vista controcorrente sulla Sicilia e con l’invito a ricostruire il tempio G di Selinunte: «Avevo proposto un cantiere internazionale per far rinascere il tempio G: purtroppo la Sicilia ha tantissimi tesori ma non riesce a comunicarli, è un gap che si deve superare per competere con altri Paesi che magari hanno meno da offrire ma che riescono sempre a far parlare di loro». L’assessore Samonà durante il confronto con i colleghi delle altre Regioni ha sostenuto che «cultura e business non sono in contraddizione, a patto che l’offerta culturale parta dall’affermazione della nostra identità: è giusto investire nelle dinamiche digitali ma spingiamo affinché le visite avvengano in presenza». Nelle Marche l’assessore Latini ha annunciato «la prossima candidatura all’Unesco per il grande numero di teatri presenti nel nostro territorio», mentre l’assessore Agabiti ha spiegato che «l’offerta culturale dell’Umbria propone grandi eventi, la valorizzazione dei piccoli borghi e dei paesaggi naturalisti». In Lombardia il 41 per cento degli investimenti «arriva da istituzioni private – ha puntualizzato l’assessore Galli – crediamo molto nelle imprese culturali creative che contano già 365mila operatori». Per il presidente di Federculture e della Quadriennale d’Arte di Roma «il mondo della cultura ha bisogno di capacità manageriali – ha detto Croppi – e della formazione delle risorse umane, fattori che poi contribuiscono al ritorno economico». La giornata è stata aperta dal docente dell’Università Lumsa, Don Gianni Fusco, che ha introdotto i lavori parlando del concetto di bellezza e della sua relazione con le varie religioni mentre la chiusura della prima parte è stata affidata alla lectio magistralis di Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della cultura di Palermo.

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