L’amore per la musica che viene fuori dal profondo dell’anima umana. Con questa direttrice nasce «Cattiva», nuovo singolo del producer palermitano Yahweh. È il primo estratto di un ep in via di registrazione. Il progetto prevede che ogni traccia sia cantata da un rapper palermitano. A prestare la sua voce al primo brano è Chef Monkee, noto al pubblico per il brano «Sesso», cantato in coppia con Nevra. La Cattiva del pezzo è un riferimento a una figura femminile che impersonifica la musica stessa. Da venerdì 16 aprile Cattiva sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali e di streaming. Il video, con la partecipazione dell’attrice Miriam Vitale, verrà pubblicato il 30 aprile. La realizzazione è di Enrico Spadafora, videomaker che fa parte del collettivo Gorilla Sauce, una fucina di talenti per Palermo. Management a cura di Alberto Di Girolamo. Il brano è il frutto di contaminazioni di generi con l’obiettivo di rendere il prodotto di immediato impatto. «Credo che i risultati migliori – dice il ventiduenne Giuseppe Billeci, vero nome di Yahweh - si ottengano quando mondi diversi si incontrano. Per questo motivo cerco di non rifarmi ad un genere solo, ma di mettere dentro qualsiasi cosa mi abbia ispirato in passato». Sembra un gioco di rimandi la musica di Billeci. «Gli ascolti – dice - sono come dei link che ci collegano a ricordi passati, come dei time-traveler. In Cattiva ho cercato di inserire più ricordi possibili. Ci sono ispirazioni dal mondo della musica elettronica tradizionale per passare a sonorità prettamente black nella parte finale della canzone. E alcuni riferimenti arrivano dal cinema». L’obiettivo è eliminare gli steccati. «Credo – aggiunge l’autore - che oggi il valore da ricercare sia quello dell'inclusione, che può davvero abbattere i muri che separano i mondi e creare una società nuova, dove non vi siano differenze di classe e ognuno abbia la possibilità di esprimere al meglio tutto il suo potenziale». Il brano punta dritto al tema dell’amore, in questo caso per la musica. «Tutti noi – spiega Yahweh - dovremmo passare la nostra vita cercando di capire cosa significhi amore, cosa davvero ci accenda, chi siamo nella forma più reale e pura. Per me l’amore vero è quello per la musica e con la musica viene fuori la versione migliore di me. Sono convinto che questo brano possa ispirare gli altri a fare altrettanto, portarli a scoprire cosa sia amore, quale sia per ognuno il proprio io». Le radici del percorso culturale di Yahweh affondano nella sua terra, Palermo e la Sicilia, ma la destinazione finale è un messaggio globale. «Troppo spesso – commenta l’artista – il nostro territorio è poco valorizzato dal punto di vista musicale e quasi sempre viene relegato a temi locali. Gli artisti palermitani devono uscire da questo cliché. Il modo reale che abbiamo per valorizzare la nostra terra è superare i confini, fare vedere il bello che c’è nello spirito dei siciliani. Bisogna dare voce a chi crea per la propria arte e per la propria storia, senza limiti e recinti. Siamo tutti cittadini del mondo». ... Giuseppe Billeci, in arte Yahweh, nasce il 18 maggio del 1998. Scopre la passione per la musica elettronica a soli 11 anni, complice un brano del duo francese dei Daft Punk «Around The World». Michael Jackson è morto da poche ore e la madre di Giuseppe sta passando in rassegna la discografia del re del pop su Youtube, quando l’algoritmo della piattaforma tira fuori dal cilindro proprio i Daft Punk, che in qualche modo si rifanno al r’n’b di Michael Jackson e lo rielaborano in un modo moderno e intrigante. Il sound martellante e armonico, i ballerini travestiti da robot, scheletri, mummie e nuotatrici, le coreografie incalzanti incuriosiscono il ragazzo, che da quel momento studia senza sosta la musica elettronica e i suoi derivati, come ascoltatore prima, come creatore dopo. Comincia infatti a «giocare» con FL Studio per ricreare canzoni dei Daft Punk ed altra musica elettronica, prendendo confidenza da autodidatta con le basi della teoria musicale, della produzione e dell'arrangiamento. Da lì le prime composizioni originali in duo con il suo miglior amico, le uscite digitali su Soundcloud e le collaborazioni con producer e artisti italiani e stranieri. Giuseppe Billeci riceve feedback da diverse etichette indipendenti, finendo anche per pubblicare con una di esse su Beatport all’età di 14 anni. Man mano che il suo orecchio acquisisce sensibilità, nasce in lui anche l’interesse per la «musica suonata», che lo porta presto a innamorarsi della black music. Così il giovane palermitano comincia a inglobare nelle sue produzioni i ritmi black, fino a intraprendere un secondo progetto come solista, sotto l'alias «Somtinweird», culminato nel 2017 nella pubblicazione di un EP di presentazione dal nome «Essay». Allo stesso periodo risale la partecipazione a «Wishmaster», un workshop che gli permette di stringere diverse amicizie e collaborazioni che poi diventeranno le fondamenta dell’attuale progetto, «FIGHT Entertainment». All’interno di FIGHT avvia uno stretto rapporto di lavoro come produttore e direttore artistico con il rapper «Sali Sala», con cui pubblica diversi singoli e video sotto il nuovo alias, «YAHWEH», nome d’arte utilizzato anche per le produzioni di «Non fumo Marlboro» e «Dan Bilzerian» di Othelloman e «Sesso» di Chef Monkee e Nevra. Nel frattempo, si dedica ad altre produzioni minori nel territorio palermitano con altri alias. Con FIGHT calca diversi palchi come dj. Nel 2017 presenzia all’«Unlocked Music Festival» con special guest Paul Kalkbrenner, al concerto di Martin Garrix a Selinunte e al «FIGHT Festival Round 1» con ospite Sfera Ebbasta. Nel 2018 suona sui palchi FIGHT di Giaime (a gennaio, al Reuse) e Dani Faiv (a febbraio, al Garage), ad aprile accompagna sul palco Sali Sala nella sua performance di apertura al concerto di Nitro ai Candelai. Ad agosto si esibisce al concerto di Gue Pequeno a Favara e a dicembre fa da apripista al rapper napoletano Luchè al Mob di Carini. Nella stessa stagione sale sul palco assieme ad Othelloman al «#WondersInSelinunte» con ospite Sean Paul. Una carriera in crescendo nata proprio da quel video ispiratore per Giuseppe Billeci, colpito dal «modo in cui i Daft Punk – spiega - riuscivano ad imprimere una vera e propria anima al loro suono orgogliosamente digitale». Chef Monkee, nome d’arte di Salvatore Moncada, è coetaneo di Yahweh, nasce a Palermo il 4 dicembre del 1998. Si avvicina come ascoltatore alla musica hip hop in giovane età, seguendo dapprima la scena americana dominante nella prima metà degli anni 2000 (50 Cent, Eminem) per poi scoprire il rap italiano e in particolare artisti come Club Dogo. Comincia a registrare i primi demo intorno al 2015 e nel 2017 fonda il collettivo Gorilla Sauce, composto da rapper, producer e videomaker con cui comincia a farsi conoscere a livello cittadino. Colleziona presenze a diversi eventi a livello regionale, calcando il palco di artisti come Guè Pequeno, Luchè, Capo Plaza, Nitro, e altri ancora. Incide nel 2019 un album in combo con Nevra, «Gorilla Sauce», e nel 2020 «Bravi Picciotti», un mixtape colossale da 23 tracce, sempre con i membri del collettivo Gorilla Sauce. Influenzato dal cinema e dai fumetti, nei suoi brani mischia atmosfere da club con il più classico street rap. Nei testi sono frequenti riferimenti alla sua città, oltre che immagini cinematografiche.