L’arte sacra come simbolo della fede del popolo che anela a Dio, lungo un percorso spirituale che dal visibile porta all’Invisibile. All’Eterno. Oltre cento pezzi del patrimonio sacro parrocchiale impreziosiscono la mostra “Valle sacra: arte, fede e tradizioni” allestita a Valledolmo nei locali dell’oratorio “Giovanni Paolo”, a pochi passi dalla centralissima piazza dell’Olmo. A volerla è il parroco don Sandro Orlando, a curarla l’appassionato Pietro Calogero La Monica con la collaborazione di Alfonso Vitale.
“E’ ricco e corposo il patrimonio d’arte sacra del nostro paese - afferma don Sandro -, segno di una fede popolare tanto antica quanto preziosa e che, per questo, ha bisogno di essere sempre e opportunamente elevata secondo linee guida che sappiano ben discernere il puro devozionismo dall’impegno serio e consapevole della testimonianza di fede. La mostra, pertanto - puntualizza il parroco -, vuole far riflettere il visitatore sull’importanza della fede che può anche dimostrarsi con la produzione, la cura e la tutela dell’arte sacra, ma non può prescindere dall’impegno spirituale quotidiano nella testimonianza di Cristo”.
Quello in mostra nei locali parrocchiali è solo un piccolo assaggio del grande patrimonio artistico-religioso locale. Paramenti, vasi sacri, quadri e suppellettili fanno bella mostra di sé e guidano il visitatore alla scoperta dei segni della fede dei loro avi. Da ammirare la teca contenente il Bambino Gesù del XIX secolo, opera inconfondibile dello scultore Vincenzo Genovese. Ma anche il prezioso ostensorio argenteo del 1800, nonché le corone in argento ancora oggi utilizzate per i simulacri di Maria Assunta, del Crocifisso e del bambino Gesù di San Giuseppe.
Casule, piviali, pianete liturgiche, dalmatiche, stendardi, medaglioni e abitini di confraternite fanno da cornice a pezzi unici ed antichissimi come quelli dei quattro breviari in latino donati alla comunità ecclesiale dai nipoti dell’arciprete valledolmese Vincenzo Barone, rettore fino al 1940 della chiesa “Maria Santissima della Purità”, umile e zelante parroco del paese dal 1937 fino al 5 gennaio 1961, giorno della sua morte nel quale venne dichiarato il lutto cittadino.
Da sfogliare delicatamente le pagine scritte in latino del messale romano donato alla chiesa Madre il 9 maggio del 1942 dal benefattore La Duca e i registri di matrimonio dal 1828 al 1840. Da apprezzare l’antico baldacchino processionale intessuto con fili di oro zecchino e le teche argentee contenenti le reliquie della santa Croce e dei santi Antonio di Padova, patrono di Valledolmo, Pietro, Paolo, Biagio, Elisabetta d’Ungheria, Vincenzo Ferrer, Rita, Lucia, Sebastiano, Elisabetta della Trinità, Alfonso Maria de’ Liguori, Francesco di Paola, Giovanni Paolo II, Gaetano Thiene, Ludovico IX re di Francia, e dei beati Maria di Gesù Santocanale, fondatrice dell’istituto Suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes e dell’agrigentino Francesco Spoto.
“E’ nostro desiderio – afferma il curatore La Monica – realizzare al più presto un museo permanente parrocchiale dove raccogliere i tesori sacri della nostra comunità ecclesiale”. L’esposizione, patrocinata dalla locale Banca di credito cooperativo ed inaugurata alla presenza del sindaco Angelo Conti, è visitabile tutti i giorni fino al 25 agosto dalle 16,30 alle 24.
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