Due capolavori di Antonello da Messina si ritrovano in una sala del museo Mandralisca di Cefalù. Hanno lo stesso titolo - "Ritratto d'uomo" - ma appartengono a due collezioni diverse. Uno fa parte del patrimonio pittorico del Mandralisca, l'altro viene dalla collezione Malaspina dei musei civici di Pavia. Entrambe le tavole sono state esposte alla mostra su Antonello che si è tenuta al Palazzo Reale di Milano. I due ritratti resteranno in esposizione a Cefalù fino al 26 novembre. Poi prenderanno, ancora insieme, la strada per i musei civici di Pavia per un'altra mostra. Il progetto traccia un collegamento storico e artistico tra le due tavole e per questo si intitola "Scoprici. Antonello da Messina. Due ritratti per Cefalù". Il percorso espositivo, curato da Giovanni Carlo Federico Villa, pone a confronto due figure che, pur essendo state create dallo stesso genio artistico, esprimono due differenti stati d'animo. Il ritratto pavese ha una storia artistica controversa. A lungo è stato ritenuto un autoritratto di Antonello realizzato prima del suo soggiorno veneziano. L'ipotesi è stata suffragata dal marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro, collezionista e mecenate, che aveva acquistato l'opera da una famiglia veronese. Credeva, come gli studiosi e i mercanti del tempo (prima metà dell'Ottocento), che Antonello avesse realizzato un ritratto su "se medesimo". In realtà Antonello aveva eseguito la tavola tra il 1465 e il 1470 su commissione. Nel 1970 il ritratto era stato trafugato con altre opere di Correggio e di Bellini dalla pinacoteca Malaspina. E' stato poi ritrovato, in circostanza ancora confuse, sette anni dopo. (ANSA)