Sono tornati a Geraci Siculo, piccolo centro medievale delle Madonie, gli antichi tesori del monastero delle Benedettine chiuso qualche anno fa per mancanza di monache. Quando l’ultima monaca era andata via il vescovo di Cefalù aveva disposto il ritiro di preziosi, oggetti di culto, altari, i reliquiari e documenti storici. Si temeva che potessero essere trafugati. Un comitato cittadino però si è battuto per la restituzione dei gioielli alla comunità di Geraci Siculo «perché li custodisca a perenne memoria storica, come segno tangibile della presenza delle monache benedettine di clausura nel territorio montano delle Madonie». Prima la Regione e poi il vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, hanno accolto la richiesta e disposto la restituzione dei beni con la raccomandazione che fossero custoditi in un posto sicuro. Il monastero delle Benedettine «Santa Caterina», di «clausura papale», sorto intorno all’anno 1492 a opera di un gruppo di «donne ritirate» e consolidatosi come istituzione monastica benedettina il 26 ottobre del 1498, ha operato nel territorio madonita per ben 517 anni. E ha lasciato, sostenevano i promotori dell’appello, «un segno magnifico di umanità e di spiritualità, indelebile nella storia della città, per le tante opere di bene, a favore di uomini, donne, bambini, sacerdoti e religiosi di ogni dove, compiute dalle monache avvicendatesi nei secoli dietro le grate claustrali».