PALERMO. L'Orchestra Sinfonica Siciliana ritorna a piazza Ruggero Settimo, domani alle 21.
L'Orchestra sarà diretta da Salvatore Percacciolo.
In programma, Pulcinella di Igor Stravinskij (1882-1972), L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini (1792-1868) e La giara di Alfredo Casella (1883-1947).
Pulcinella, di Igor Stravinskij. E' un balletto su musiche di Igor Stravinskij, il cui titolo originale è «Ballet avec chant» Pulchinella (Musique d'après Pergolesi). La destinazione strumentale della versione originale di quest'opera è per orchestra e voci soliste: soprano, tenore, basso. Pulcinella fu scritto tra il 1919 e il 1920 ed è la prima composizione nell'ambito della corrente del neoclassicismo dell'autore. Stravinskij si ispirò a Giovanni Battista Pergolesi. Il lavoro, iniziato nel 1919, fu commissionato da Sergej Diaghilev, il geniale impresario dei Balletti russi. Ernest Ansermet diresse nel maggio 1920 la prima rappresentazione del balletto all'Opéra National de Paris, con Léonide Massine stesso, che aveva curato la coreografia a ballare nel ruolo del protagonista, Tamara Karsavina in quello di Pimpinella. La composizione delle musiche si accompagnò alla collaborazione con Pablo Picasso, che curò l'allestimento.
L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini. Sarà proposta l'ouverture dell'opera lirica in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli, andata in scena per la prima volta a Venezia il 22 maggio 1813. Si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto: la vicenda di Antonietta Frapolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell'harem del Bey di Algeri Mustafà-ibn-Ibrahim e poi ritornata in Italia. Com'era d'uso comune allora, un Rossini ancora solo ventunenne riprese lo stesso libretto (con alcuni cambiamenti affidati a Gaetano Rossi) e compose l'opera in tutta fretta. Per la perfetta commistione fra sentimentale, buffo e serio, l'opera è stata definita da Stendhal come "la perfezione del genere buffo". Il melodramma fu rappresentato per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia e riscosse un grande successo. L'opera rimase in repertorio, in Europa e negli Stati Uniti, per quasi tutto l'Ottocento, anche quando la diffusione delle opere rossiniane era ormai in deciso declino L'italiana è rimasta, insieme a Il barbiere di Siviglia, a La Cenerentola e, in misura minore, al Guglielmo Tell, una delle opere di Rossini più rappresentate nel repertorio dei teatri lirici di tutto il mondo.
La Giara di Alfredo Casella. E' una suite sinfonica dal balletto basato sulla Novella di Luigi Pirandello del 1924. La giara, che, rappresentata per la prima volta a Parigi al Théâtre des Champs-Elysées il 19 novembre 1924 prima, quindi, del citato Convento veneziano, può essere ritenuta il primo vero lavoro teatrale di Casella. Composta nel 1924, su invito di Erik Satie, per i Ballets Suédois di R. de Maré che desiderava mettere in scena con la sua compagnia un balletto tipicamente italiano, La giara si presenta come una perfetta fusione di elementi diversi derivati della cultura italiana tra cui: l'argomento, ispirato all'omonima novella di Luigi Pirandello pubblicata nel 1917 nella raccolta Novelle per un anno; i temi musicali, la cui fonte è costituita dal repertorio folcloristico siciliano; un sinfonismo di tipo rossiniano ed echi dell'opera buffa italiana. Protagonista di questo lavoro è Don Lollò, Dal balletto Casella trasse, sempre nel 1924, una Suite sinfonica che fu eseguita per la prima volta alla Philharmonic Society di New York il 29 ottobre 1925 sotto la direzione di Willem Mengelberg. La musica folkloristica siciliana costituisce la base di questa composizione che si presenta come un susseguirsi di danze brillanti e festose, finemente orchestrate, tra le quali spicca una vivace Tarantella, mentre desunto dalla raccolta di canti popolari di Alberto Favara è il secondo movimento, La storia della fanciulla.
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