PALERMO. Le croci che brillano sulle streghe impazzite, i fichidindia al posto della tradizionale foresta di Birnam, i combattimenti a mo’ di pupi siciliani, l’ondeggiamento che ricorda i Misteri trapanesi… la firma in calce di Emma Dante è un marchio a fuoco ad un «Macbeth« che ieri sera al Teatro Massimo, è piaciuto moltissimo.
Per una volta, pubblico ed esperti sono concordi: bellissimo, e giù applausi. Erano anni che un’inaugurazione di stagione non riceveva tanta attenzione dalla critica internazionale, e non vedeva il teatro completamente esaurito.
Ed è inutile negarlo: sono tutti lì per lei, per la regista che sta ribaltando Verdi rispettandolo. Sfilano gli smoking, seguono gli abiti da sera: nero, nero e ancora nero, qualche spruzzata di verde prato – colore Pantone di quest’anno, quindi à la page – rosso brillante, un accenno di oro nelle trasparenze. Ma sempre con misura, anche se quest’anno, rispetto al passato, c’è una spolverata di glamour in più.
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