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Il carretto siciliano rivive negli scatti di Mario Cuccia, la mostra a Monreale

PALERMO. Il carretto siciliano non era solo un prezioso mezzo di trasporto legato alla civiltà contadina. Era anche un pezzo dell'arte architettonica e decorativa. Quell'arte, ormai scomparsa con gli ultimi «pittori» di Bagheria e Aci Sant'Antonio, rivive nelle immagini di Mario Cuccia in mostra dal 25 maggio al 10 giugno nelle sale della galleria civica «Sciortino» nel monastero benedettino di Monreale.

Con i pannelli su «L'architettura del carretto siciliano» saranno esposte le tavole tecniche di Ubaldo Castrovinci nelle quali sono fissati i canoni per la costruzione del carretto. Accanto alle foto dei carretti, illustrati soprattutto dai Ducato di Bagheria, saranno esposti pure sei pannelli (gli originali si trovano nella sede della Cgil) che gli specialisti della pittura da strada siciliana hanno realizzato a metà degli anni Cinquanta del Novecento.

Le opere, commissionate dal vecchio Pci, raccontano le lotte dei contadini siciliani, dal 1860 alla prima guerra mondiale, passando per la grande esperienza dei Fasci siciliani. Uno spazio della mostra è dedicata ai «fondaci», i ricoveri nei quali animali e carrettieri passavano la notte durante i lunghi spostamenti. Cuccia ha ripreso il «Fondaco del Gatto» di Corleone, rimasto quasi integro.

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