Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

"Inerti", il viaggio della palermitana Giangravè negli inferi della Sicilia

PALERMO. “Inerti”, primo romanzo della giornalista palermitana Barbara Giangravè (Autodafè edizioni), è un romanzo che affonda pienamente le mani nella terra siciliana (e non solo in senso figurato) ma il cui respiro è decisamente più ampio, sia per le tematiche trattate che per la scrittura efficace, incalzante e mai banale.

Il libro prende le mosse dall’attualità economica italiana (la protagonista Gioia, 30 anni, è stata licenziata dall’azienda per cui lavora) per poi affrontare un viaggio di ritorno alle origini che è parallelamente geografico ma anche spirituale e, per certi tratti, mitologico.

E proprio come un novello Orfeo, Gioia discende agli inferi per riapparire con una storia oscura fatta di una terribile verità che riguarda la salute degli abitanti del suo paese di origine, la criminalità, l’ambiente: «Parola dopo parola, frase dopo frase, mettendo insieme ricordi personali e confessioni raccolte, fatti sulla bocca di tutti e testimonianze private».

Il tutto si intreccia con’altra discesa, quella nel proprio io, obbligata dagli incontri con le persone e i luoghi della sua adolescenza che faranno tornare a galla ricordi e i traumi della vita familiare della protagonista.

Il romanzo, nella sua finzione narrativa, nasce dal materiale raccolto dall’autrice per un’inchiesta su presunti intombamenti in Sicilia, incoraggiata dalle dichiarazioni che il pentito di camorra Carmine Schiavone le ha rilasciato un anno prima di morire, relative allo smaltimento illegale di rifiuti che, in Sicilia, sarebbe iniziato ben prima che in Campania:

«Mentre noi abbiamo cominciato alla fine degli anni Ottanta, loro lo facevano da un decennio. Già negli anni Settanta loro erano immischiati in questo business».

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia