PALERMO. Favorire l’inserimento lavorativo di migranti, attraverso laboratori culinari e lo scambio di ricette della propria tradizione culturale. È questo l’obiettivo finale di “Cucina sapurita”, il progetto del nodo di Palermo di Mondo Comunità e Famiglia, finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, all’interno del più ampio programma nazionale di Mcf, “Semi di comunità”. Un “laboratorio” di integrazione culturale attraverso un corso di cucina etnica. Destinatario e attore, allo stesso tempo, delle attività è un gruppo di migranti, provenienti da Tunisia, Bangladesh, Gambia e Afghanistan e residenti in città da molti anni. Durante gli incontri laboratoriali, di volta in volta, ciascun partecipante cucina e presenta, insegnando agli altri compagni di corso, una pietanza tipica della propria tradizione culinaria. "L’iniziativa - riferisce Nino Spitalieri, presidente di A.c.f. Sicilia e responsabile del Nodo di Palermo - è nata per favorire l’incontro e il dialogo tra persone di Paesi diversi attraverso la condivisione del cibo e lo scambio di ricette tradizionali". Non solo un laboratorio formativo, “Cucina sapurita” è anche un progetto più ambizioso: avviare un percorso di accompagnamento verso l’inserimento lavorativo di migranti che risiedono a Palermo da anni ma che hanno serie difficoltà a trovare un’occupazione stabile. Quella che speravano di ottenere quando hanno lasciato il loro Paese. Così, l’obiettivo di Mcf è porre le basi per creare un gruppo di lavoro attivo che possa offrire servizi di catering e menù etnici per eventi, feste e banchetti vari. Già in questa prima fase, i partecipanti hanno stipulato con l’associazione un contratto di collaborazione, retribuito, per tutta la durata del progetto. Prosegue così il ciclo di incontri. Il secondo appuntamento, aperto al pubblico su invito, sarà lunedì 25 gennaio, a partire dalle 20.00, all’interno del ristorante e spazio co-working “Moltivolti”, in via Mario Puglia 21, a Ballarò. Piatto protagonista della serata sarà il cous cous, secondo la tradizionale ricetta tunisina, nelle sue varianti a base di carne e verdure. A cucinare e presentare la tradizionale ricetta del cous cous, insieme ai suoi compagni di corso, sarà Monjia, tunisina, originaria di Monastir e residente in città con i suoi due figli da più di 20 anni. A Palermo, riprende in mano la sua vita dopo essersi ribellata a un matrimonio forzato, separandosi dal marito anche contro il volere dei suoi genitori.