PALERMO. La Commissione Europea «promuove» l'Università di Palermo, confermando il riconoscimento «HR Excellence in Research»- il bollino di qualità sulla promozione delle carriere dei ricercatori - e valutando positivamente le politiche sulla didattica, sull'internazionalizzazione, sulla distribuzione delle risorse ai dipartimenti in ragione dei loro risultati.
È questo l'esito del Rapporto di valutazione redatto da tre commissari nominati dalla Commissione Europea nell'ambito del progetto «Human Resource strategy for Researchers». Ilriconoscimento è conferito a quelle università o centri diricerca che abbiano promosso azioni e raggiunto obiettivi inlinea con la «Carta europea dei ricercatori e con il codice di condotta per la loro assunzione». Un progetto in cinque fasi,l''ultima delle quali è consistita appunto nella valutazione da parte dei tre revisori esterni inviati a Palermo dalla
Commissione europea. Il rapporto dei commissari sottolinea che l'Università di Palermo attraversa una fase di positiva transizione, decisamente orientata alla sua modernizzazione. In particolare, viene rilevato il forte e impegno posto in essere per accedere, con approccio competitivo, ai fondi della ricerca, pubblici e privati, e per migliorare la qualità della didattica, nonostante i consistenti tagli del fondo di finanziamento ordinario e il difficile contesto territoriale del Sud Italia. Per quanto riguarda il profilo dell'internazionalizzazione, viene rilevato che l'Ateneo promuove un promettente numero di corsi in lingua inglese: il numero di iscritti stranieri è crescente, così come il numero di dottorandi di ricerca provenienti da Paesi esteri. Il numero di accordi internazionali attivi, per ricerca e didattica, si mantiene oltre i 130; inoltre, i corsi di laurea con conferimento di doppio titolo di studio sono passati da 10 a 16 fra il 2013 e il 2014. In particolare, nel triennio 2011-2013, sono giunti a buon fine ben 16 programmi di cooperazione internazionale per la didattica.
Viene riconosciuto anche che il gruppo di lavoro della Carta europea dei ricercatori, costituito da otto docenti e coordinato da Eleonora Riva Sanseverino, ha svolto un ruolo strategico.«La valutazione della Commissione europea - dice Eleonora Riva Sanseverino - ha riconosciuto come pienamente coerente con i principi della Carta europea dei Ricercatori il nostro programma di formazione interdisciplinare destinato a dottorandi e giovani ricercatori che, dal 2011, offre eventi formativi su tematiche trasversali come il team working, il public speaking, la proprietà intellettuale e la brevettazione, la progettazione comunitaria e gli strumenti di finanziamento della ricerca. I revisori evidenziano che tali abilità preparano i giovani a opportunità di lavoro anche al di fuori dell'università». I commissari hanno anche chiesto un maggiore impegno dell'Ateneo in alcuni ambiti, come la gestione della proprietà intellettuale e dei brevetti. Hanno altresì rilevato una limitata presenza femminile nei ruoli della docenza e un suo ridotto inserimento nelle posizioni decisionali dell'Ateneo, fatta eccezione per il reclutamento dei dottorandi di ricerca che appare equilibrato.
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