PALERMO. La danza contemporanea per raccontare il dramma di una donna simbolo delle tragedie dell’antica Grecia, ma anche della crisi della famiglia e del senso di essere donna e madre. Il 20 marzo alle 21,30 al teatro Lelio in via Antonio Furitano 5 a Palermo la compagnia Ensemble porta in scena “Relazioni Solitarie”. La trama parte dalla tragedia di Euripide, per poi discostarsene, dandogli una luce contemporanea. Dopo averlo aiutato nella conquista del vello d’oro, abbandonando per lui la propria patria, dandogli dei figli, Medea viene ripudiata da Giasone, che le preferisce la figlia del re di Corinto, Creonte. Disperata e furibonda, Medea si lamenta della propria sorte davanti alle donne corinzie e medita vendetta contro lo sposo. Ottenuta da Creonte la possibilità di rimanere a Corinto ancora un giorno, affronta Giasone, rinfacciandogli la sua ipocrisia e la sua viltà; quindi, dopo aver ottenuto dal re di Atene Egeo la promessa di venire un giorno ospitata da lui, finge di essersi rappacificata con Giasone e, tramite i figli, invia una veste avvelenate alla nuova sposa come dono nuziale. Quando giunge la notizia dell’atroce fine della donna e di suo padre, che ha invano tentato di salvarla ed è rimasto vittima del suo stesso veleno, Medea porta a compimento la vendetta contro Giasone, a lungo meditata. Pur con il cuore straziato, uccide i propri figli e lascia Giasone annientato dal dolore, allontanandosi sul carro alato del Sole. «Medea - dice il regsta e coreografo Marcello Carini - è certamente uno dei più complessi personaggi di Euripide. Emotiva e passionale, in preda a molteplici stati d’animo. Atti caratterizzati da una grande ferocia, ma assolutamente non privi di dubbi e tentazioni di desistere. Alterna continuamente propositi omicidi e pentimenti. Ferocia e vendicativa assassina, ma allo stesso tempo vittima di pulsioni interne incontrollabili, protagonista assoluta dei suoi sentimenti in continua lotta tra razionalità e passione. Donna sola e disperata intenzionata a distruggere tutto quello che rappresenta il suo passato». Marcello Carini ci nostra una Medea ormai anziana e assalita dai sensi di colpa, come bachi da seta, i delitti commessi riprendono vita e rievocano il crudo passato dell’eroina mitologica. Una donna che ci mostra tutte le sue incertezze pronta a rivivere con un flash back tutto il suo dramma. Il balletto Relazioni Solitarie si propone di mettere in scena i tentativi di relazione che a Medea piacerebbe portare avanti. Relazioni solitarie, appunto, perché interrotte brutalmente dall’abbandono del suo più grande amore: Giasone. Ferita, delusa e amareggiata, Medea pone davanti a tutto e tutti la sua vendetta, così talmente aspra da non contenere le reazioni. «Nella parte centrale del balletto - continua Carini - la coreografia, pone l’attenzione sul legame familiare che timidamente indecisa, Medea distrugge uccidendo la propria prole, sulle note dell’area “La Mamma Morta”, la nostra attualissima Medea si racconta come una donna che delusa dal suo grande amore decide dopo aver donato la vita di toglierla, uccidendo così per sempre il suo essere mamma». In scena, con Marcello Carini Francesca Davoli,l’attrice Livia Cintioli, Noemi Minì, Federica Riccobono e Michele Pernice. Lo stesso Pernice è assistente alla coreografia. I costumi sono di Valerio Grutta. Lo spettacolo sarà replicato il 23 marzo alle 17,30.