Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Il pianista Alberto Pizzo a Palermo: nelle note le mie origini napoletane

PALERMO. Compositore e pianista napoletano, Alberto Pizzo dirige le musiche dello spettacolo “La Sciantosa - Ho scelto un nome eccentrico”, di cui è protagonista Serena Autieri e che sta riscuotendo ampio successo al Teatro Massimo di Palermo, dove sarà in scena fino a domani. Scritto da Vincenzo Incenzo e diretto da Gino Landi, la Sciantosa è reso prezioso dal pianoforte del maestro Pizzo che esegue tutte le musiche dello spettacolo dal vivo, e di cui ha anche curato gli arrangiamenti. A condividere il proscenio Luca Natale, alla chitarra e al mandolino, Enrico Del Gaudio alla batteria e alle percussioni, Roberto Giangrande al contrabbasso, Donato Sensini ai fiati. Ad appena trentaquattro anni, Pizzo è già riuscito a farsi notare dalle più importanti realtà musicali del mondo, a partire dal “Blue Note Jazz Festival” di New York, per finire al Giappone, con esibizioni a Okayama e Tokyo. Ha ultimamente calcato prestigiosi palchi italiani per presentare il suo ultimo disco “On The Way”, esibendosi al Belvedere di Villa Rufolo al Ravello Festival e al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza e ancora ad Eataly Smeraldo di Milano. “On The Way”, registrato nella primavera del 2013 dal vivo al Bunker Studio’s di Brooklyn – New York, vanta importanti collaborazioni tra cui: Fabrizio Sotti, Mino Cinelu, Renzo Arbore e Francesca Schiavo, Toquinho, con il quale duetta in una Bachianinha di Paulino Noughera, il cofondatore dei Dire Straits David Knopfler per la realizzazione del brano inedito, “This ship has sailed”. Come nata la sua passione e la scelta di un genere così particolare? Il mio genere musicale non è decifrabile e catalogabile in un solo stile. Il fatto di avere un background incentrato sulla musica classica, mi ha dato la tecnica la cura del suono, e fin da piccolo ho avuto la possibilità di intraprendere la carriera di concertista. Il mio istinto musicale, invece, mi ha portato con curiosità a studiare il jazz, a voler viaggiare e toccare con mano quegli ambienti dove queste sonorità si respirano in maniera ottimale ed insieme a personaggi di spicco, come negli Stati Uniti dove mi sono trasferito, a New York, nel 2010, per un anno circa, a studiare con il sassofonista Daniel Carter, tra i padri del free jazz. Il mio modo di arrangiare ed eseguire è un crossover musicale in cui si ritrova sia Chopin e Debussy sia Keith Jarrett, sia "Chick" Corea, con il quale ho anche duettato al teatro Bellini di Napoli. Nella Sciantosa prevalgono invece le sue origini napoletane. Le radici napoletane prevalgono in tutto il mio mondo musicale, per me i colori e il mondo di concepire gli arrangiamenti della Sciantosa nascono già quando ascoltavo Carosone e mi dilettavo, a 4-5 anni, nei classici della tradizione napoletana. Quindi ha iniziato prestissimo. Quali i sacrifici e quali i privilegi? Sì, a tre anni e mezzo, con sacrifici che tuttora ci sono perché essere performer ed esecutore e compositore ti porta a stare delle ore sul piano. Ma è un bel sacrifico, quello di essere musicista. Il privilegio maggiore è lo stesso pianoforte, che è parte vitale ed istintiva del mio essere, e quindi sono contento di fare un lavoro che per me non è più un lavoro ma è vita. L’effetto boomerang è stato realizzare il desiderio che avevo fin da piccolo di esplorare e viaggiare e la musica mi sta consentendo di conoscere luoghi e culture diverse.

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