Palermo

Lunedì 25 Novembre 2024

La pianista Petralia a Palermo: che emozione suonare in Cattedrale

PALERMO. «Un'emozione enorme, suonare in cattedrale, accolta da un silenzio irreale, nonostante la chiesa fosse stracolma». È ancora commossa Sinforosa Petralia, giovane pianista che giovedì sera ha partecipato al Concerto di Natale in Cattedrale organizzato da Radio Spazio Noi, la radio dell’Arcidiocesi, alla presenza delle principali istituzioni della Chiesa palermitana, compresi il cardinale e il vescovo ausiliare. «Abbiamo scelto brani di repertorio che da un lato ricordassero l'atmosfera natalizia e dall'altro rendessero omaggio al luogo sacro», spiega la pianista che da qualche anno vive stabilmente a Basilea dove continua a studiare pianoforte con Claudio Martinez Mehner. Originaria di Erice, Sinforosa Petralia ha studiato a Firenze e a Fiesole, l'anno scorso ha partecipato alla master class tenuta da Ferenc Rados rivolta alla musica da camera alla Hochschule di Basel; ma soprattutto, la giovane pianista (ha 26 anni) è stata la vincitrice della Talent factory avviata dall'Orchestra Sinfonica Siciliana alla ricerca di nuovi giovani musicisti di talento da promuovere ed inserire nel calendario della Foss, a fianco di solisti titolati e importanti direttori d’orchestra. «Un momento emozionante e mi ha fatto ancor più piacere sapere che mi hanno inserito nel cartellone, mi esibirò a maggio con l'intera orchestra ed eseguirò il Terzo concerto di Prokofiev». Un’occasione importante, quella del talent siciliano: «Credo che ci siano talenti spesso nascosti anche nel mondo della musica classica oltre che in quei generi che, tradizionalmente, hanno in queste vetrine un bel tramplino di lancio. Insieme ai concorsi più celebri, queste iniziative potrebbero servire, se ce ne fossero di più, a scovare tanti musicisti meritevoli di essere conosciuti». Nonostante viva nell'ordinatissima ed elegante Basilea, la pianista rimpiange la Sicilia. «Sono sempre felice di ritornare a suonare nella mia isola - sorride -, ogni volta che mi chiamano, corro».

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