PALERMO. Un'ovazione ha accolto ieri sera Daniel Oren, sul podio del Teatro Massimo di Palermo per la prima di «Tosca», un successo travolgente, due bis concessi, una cascata di applausi, con un pubblico che ha apprezzato la sensualità della musica di Puccini, restituita dal maestro israeliano, che in ogni battuta si lascia andare all'interpretazione e trasmette anima e cuore. Daniel Oren non dirige, infiamma l'orchestra e il pubblico, tiene in pugno i cantanti e canta l'intera opera, guardandoli negli occhi. Altra graditissima sorpresa gli straordinari costumi, disegnati, così come le scene, dal palermitano Francesco Zito. Un colpo d'occhio nei colori e nella preziosità delle stoffe, un capolavoro di sartoria italiana che fa di Zito l'unico e vero erede di Piero Tosi. La scena si apre in Sant'Andrea della Valle, con una bellissima prospettiva sulla cupola che dà la misura del potere pontificio nella Roma degli ultimi anni del 700, luogo sacro che Puccini trasforma, nell'imponente Te Deum, in uno spazio dove regna la dissonanza dei sentimenti: da un alto la processione di ringraziamento a Dio, dall'altro Scarpia, l'odioso capo della polizia che insidia Tosca e le tende il tranello che la condurrà alla morte. È un'edizione di Tosca molto bella con un'unica ombra: Scarpia di Alberto Mastromarino non è esattamente in forma, almeno nel fondamentale primo atto. Riprende se stesso nel secondo atto. Ma i protagonisti sono all'altezza della produzione che viene dal Maggio musicale fiorentino, Hui He, nei panni di Tosca è tanto appassionata e generosa quanto fragile e istintiva, bissa «Vissi d'arte» e ha un ottimo contraltare nel Cavaradossi di Stefano Secco, grande voce dal timbro caldo e carezzevole. Apprezzati Carlo Striuli (Angelotti), il sagrestano (Fabio Previati), Spoletta (Francesco Pittari). Si replica fino al 26 novembre.