PALERMO. L’attualità di Franco Scaldati oggi passa da personaggi costruiti a cesello che inanellano tenzoni filosofiche sciacquando i panni nell’Oreto. Significati e significanti, poesie e versi, sogni e sognatori, prostitute e topi parlanti. Favole, in fondo, e affreschi leggeri che improvvisamente ti prendevano allo stomaco.
Franco Scaldati non c’è più da un anno e mezzo, sono rimasti faldoni e scartafacci, copioni abbozzati e tragedie eleganti, fiumi di lettere e frasi che sono un tesoro inestimabile: la sua compagnia ha continuato comunque a lavorare, e adesso ritorna in scena per la terza tranche di «Universo Scaldati», in collaborazione con il Teatro Biondo e nell’ambito del festival Cantieri del Contemporaneo.
Una messinscena e un convegno per interrogarsi sull’attualità del drammaturgo e, soprattutto, la sua visionarietà, la poetica e la lingua. Per non far morire un teatro che ha coinciso quasi in tutto con la sua persona, oltre che con le sue regie. Aspano, Benedetto, Totò, Vicè, Ancilù, Crocifisso e Crocifissa, galline e palloni, angeli e diavolacci si muovano insieme, un corteo funebre tra le strade dell’Olivuzza che improvvisamente inizia a ballare e cantare perché non ha alcuna voglia di piangere.
Stasera alle 21 allo Spazio Tre navate dei Cantieri della Zisa, va in scena «Assassina», una delle prime opere scritte da Franco Scaldati. Regia Umberto Cantone, in scena Melino Imparato, Serena Barone, Aurora Falcone, Totò Pizzillo e Vito Savalli. In scena, un omino e una vecchina (interpretata da uomo) sono seduti a tavola intenti a mangiare un piatto di pasta. A interrompere questo rituale quotidiano, un'apparizione femminea che si esprime in modo oracolare e misterioso. Ingresso libero.
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