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Palermo, laboratori aperti al Massimo: «Ecco come nascono le scene»

Visita nei magazzini di Brancaccio, tra modellini di opere storiche come il «Fra Diavolo» di Auber, bottiglie di finto vetro e costumi da favola Carla Andrea Fundarotto

PALERMO. In quanti, uscendo da teatro, si saranno chiesti cosa si nasconda mai dietro la grande macchina della messa in scena e dietro quegli allestimenti che a volte lasciano per davvero a bocca aperta?

Ecco che per un giorno il Teatro Massimo, di cui Francesco Giambrone è stato nominato di recente sovrintendente, ha dato l'opportunità ai cittadini di visitare i laboratori nei quali prendono vita gli allestimenti e i depositi che si trovano a Brancaccio. Tutto questo è stato possibile in occasione della manifestazione «Le vie dei tesori» (la visita si ripeterà anche sabato prossimo dalle ore 9 fino alle ore 13).

Giovan Battista Basile in realtà nel suo progetto iniziale aveva previsto che tutti i laboratori per la costruzione delle scene e dei costumi si trovassero dentro il teatro. Proprio all'interno della cupola. E così fu fino agli anni che poi videro la chiusura del teatro. In seguito poi, con la sua riapertura, nel 1995, i laboratori e i depositi vennero spostati in altre strutture esterne concesse dall'amministrazione comunale.Il deposito di Brancaccio è una di queste.

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