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Sexy bar addio, ma il mercato dell’hard resiste alla crisi

Il Malizia chiude i battenti e al suo posto ci sarà una discoteca. Ma non è colpa della crisi, come afferma il titolare, Giuseppe Tranchina. «Solo un problema di cultura - confessa - i palermitani non hanno recepito che la nostra era un'attività di spettacolo ed ero stanco di chi chiedeva o si aspettava di più. Noi offrivamo soltanto intrattenimento, show, molta gente non lo ha capito»

PALERMO. Dalla lap dance alla musica house. Il Malizia, per sette anni e mezzo unico sexy bar della città, ha chiuso i battenti. Le stripper lasciano spazio ai deejay. Colpa della crisi? Assolutamente no. Il titolare, Giuseppe Tranchina, che mantiene la gestione del locale, spiega che non è a causa di motivazioni economiche che ha deciso di abbandonare la strada del night club. «Solo un problema di cultura - confessa - i palermitani non hanno recepito che la nostra era un'attività di spettacolo ed ero stanco di chi chiedeva o si aspettava di più. Noi offrivamo soltanto intrattenimento, show, molta gente non lo ha capito».
E allora il ritorno alle origini. Perché Tranchina nel 1997, sempre in quel sotterraneo di via delle Magnolie, aveva la discoteca Melagodo, storico punto di riferimento della movida per i quarantenni di oggi. Poi spesso è cambiata l’insegna (Cocobongo, Zelig, Momix), ma la sostanza è rimasta quella. Lì si è ballato, di notte e a volte anche di pomeriggio o agli indimenticabili matinée per gli studenti, fino al 7 aprile 2005.
Quel giorno è cominciata l’avventura del Malizia. Splendide ragazze inerpicate sui pali, spogliarelli lenti e intensi, un drink, luci soffuse e musica ammiccante. E spesso le ospitate con le star del mondo erotico a surriscaldare l’atmosfera. «Abbiamo avuto Edelweiss, Roberta Gemma, Milly D’Abbraccio, Mercedes Ambrus, Sofia Gucci e tante, tantissime altre artiste», ricorda con abbondante amarezza Tranchina, che parla del Malizia come se fosse un figlio perduto. «Il pubblico non ha risposto come ci aspettavamo - dice - qui non c’è la mentalità. Nonostante i nostri sforzi per garantire esibizioni uniche nel loro genere, la gente non era mai contenta. E non è affatto un problema di affari. Anzi, le cose andavano sufficientemente bene, soprattutto grazie ai numerosi addii al celibato organizzati nel nostro locale». Così, alla fine del 2012 la decisione di mettere un punto. «Ho tolto il vizio del Malizia come si toglie quello della sigaretta - continua Tranchina - improvvisamente». Ma non ha smesso con le attività legate al popolo della notte. Adesso c’è l’Elite. E lo spazio di via delle Magnolie ha cambiato completamente volto anche a livello strutturale. «Facciamo serate con musica commerciale, house e deep house». Il massimo dell’erotismo? La domenica sera, con la salsa e la bachata. Nulla a che vedere con le vorticose acrobazie delle venti prorompenti donne, molte dell’Est europeo, che si alternavano al Malizia.
Che la crisi non influisca più di tanto sugli affari legati al pianeta eros lo dimostrano anche i sexy shop. Sono due i punti vendita aperti in città e nonostante i nomi siano diversi, sono sotto la stessa egida. Ed in entrambi i casi, la congiuntura economica negativa degli ultimi anni si avverte sì, ma non è letale come nel caso di altre attività commerciali.
In via Castellana, dal 1994, c’è Blue Moon. Alla cassa, unico impiegato, Oreste Inzerillo. Un giovane dalla dizione perfetta («Amo la recitazione e ho partecipato a dei corsi») che si muove tra oggettistica hard, lingerie bollente, dvd, riviste e libri sul sesso. «La crisi? Sì, si fa sentire come dappertutto, ma si va comunque avanti. Vendiamo parecchi gadget, soprattutto per gli addii al celibato e al nubilato. Qui tra l’altro abbiamo clienti che vengono dalla provincia». Il negozio, infatti, è in posizione strategica. A due passi dalla strada che si arrampica verso Bellolampo e raggiunge Torretta e tutti i comuni del comprensorio. «Per la verità – afferma Inzerillo – arrivano anche da Cefalù dove da qualche tempo il sexy shop che c’era ha chiuso». Piuttosto Inzerillo fa notare che rispetto a 19 anni fa, quando Blue Moon ha debuttato in città, è cambiata la mentalità. Quella che nel caso del Malizia, invece, è mancata. «Prima la gente si guardava attorno prima di entrare – racconta Inzerillo - adesso lo fa con molta più tranquillità. Anche se capita, come qualche giorno fa, che una signora si presenti tutta imbacuccata e con gli occhiali».
Il gemello di Blue Moon è Mutandina Sexy Duck, da otto anni in via Cappuccini. Qui lavora, invece, Andrea Verdicaro. Anche lui gioviale e succoso con gli aneddoti. «L’oggetto più venduto? Da quando le donne hanno letto Cinquanta sfumature di grigio è nettamente cresciuta la richiesta di palline cinesi». Inutile spiegare a cosa servano. E non è la prima volta che i libri, il cinema o la televisione facciano da traino per un accessorio. “Quando esplose la serie Sex and the City – ricorda Verdicaro – le clienti non chiedevano altro che la paperella vibrante». Sui numeri della crisi, qui il quadro è un po’ più chiaro. «Posso dire – stima Verdicaro – che rispetto a un anno fa noto un calo del 30 per cento». Ma anche da Mutandina Sexy Duck, la fiducia è tanta e il rischio chiusura è molto molto lontano. «Teniamo duro», chiude Verdicaro. E c’è da credergli.

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