Palermo

Martedì 14 Ottobre 2025

Palermo, in mille per Paolo: applausi durante il corteo, proteste davanti alla Prefettura chiusa

Una marcia silenziosa per dire basta alla violenza. Dopo l’omicidio di Paolo Taormina, il giovane di 21 anni ucciso sabato notte (11 ottobre) in via Spinuzza davanti al suo pub «O Scruscio», i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Acli Palermo sono scesi in strada per chiedere più sicurezza e maggiori controlli in una città che non vuole più piangere figli e fratelli uccisi senza motivo. Un migliaio di persone hanno partecipato al corteo partito dal Teatro Massimo e arrivato fino alla Prefettura. Ad aprire la marcia lo striscione «Basta violenza, basta illegalità», seguito da tanti cartelli con messaggi forti: «Eco di vite spezzate e promesse mancate», «Vogliamo tornare vivi a casa, non dentro una bara»  e «Non chiamatelo destino, è un sistema criminale». «Paolo è qui» e un lungo applauso è esploso al nome del giovane ucciso, urlato all’inizio del corteo. A sfilare molte famiglie e tanti coetanei del ventenne: alcune donne indossano magliette sulle quale sono stampate la foto di Paolo Taormina o la scritta «Poteva essere mio figlio». All’inizio del corteo un lungo applauso ha ricordato Paolo Taormina e le altre vittime della violenza. I segretari generali Cgil e Cisl Palermo Mario Ridulfo e Federica Badami e il segretario regionale Uil Sicilia e Area Vasta Ignazio Baudo e il presidente Acli Palermo, Francesco Todaro dicono: «È giunto il momento di reagire concretamente e insieme. Servono azioni immediate per l’ordine pubblico, il disagio e le fragilità sociali, per la sicurezza dei cittadini, prevenzione e controllo. Regna il caos che si insinua nelle assenze come quella delle istituzioni, dei punti di riferimento, della coscienza civile e del rispetto per la vita». Alla manifestazione erano presenti anche Legacoop, Confcommercio, Cna, Azione Cattolica, Pd e la Consulta per la Pace del Comune di Palermo, oltre al presidente della Commissione Antimafia regionale Antonello Cracolici. «C'è un’offensiva della criminalità organizzata, studiata almeno sul piano culturale: non c'è solo il bullismo. Dietro c'è anche una cultura della prepotenza e della mafiosità che torna ad avere cittadinanze e attrattività nelle nostre borgate e nei nostri quartieri», ha detto Cracolici. «A Palermo come a Monreale - ha aggiunto - non credo che Cosa nostra abbia ordinato di andare a sparare ma credo che l’organizzazione mafiosa abbia una fascinazione molto preoccupante e che dobbiamo in qualche modo spezzare prima che la situazione diventi più grave». Nel corteo sono esposti striscioni, alcuni con le foto delle vittime, e tanti ragazzi che partecipano tengono in mano cartelli contro la violenza. In prima fila alcune madri dei ragazzi morti negli ultimi mesi tra Palermo e provincia, tra cui la mamma di Francesco Bacchi, il giovane deceduto il 14 gennaio 2024 dopo una lite davanti a una discoteca di Balestrate, e i parenti dei ragazzi morti a Monreale lo scorso aprile. Domenica (12 ottobre), nella fiaccolata organizzata in segno di solidarietà con la famiglia Taormina, aveva partecipato anche la mamma di Paolo, accolta da un lungo applauso. Giunti in via Cavour, è scattata la protesta dei manifestanti perché i cancelli della Prefettura sono rimasti chiusi. Diverse le urla per l’assenza del prefetto Massimo0 Mariani. «Se lo Stato non interviene allo Zen e in altri quartieri di Palermo - ha raccontato un insegnante della scuola Falcone dello Zen (quartiere da cui proviene l’uomo accusato dell’omicidio di Paolo Taormina) - quel bambino che oggi ho sentito dire a un coetaneo "ti faccio fare la fine di Paolo Taormina" finirà per diventare un criminale». Intanto davanti al locale dell'Olivella dove è stato compiuto il delitto, è continuato il via vai di persone che sostano e lasciano un fiore per Paolo.

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