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L'omicidio di via Spinuzza a Palermo, le reazioni di sindacati e associazioni

Palermo dall'alto

La morte del giovane di 21 anni, colpito a distanza ravvicinata mentre tentava di fermare una rissa nel cuore della movida palermitana, ha scosso profondamente Palermo. Il delitto, avvenuto in via Spinuzza, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nel centro storico e sulla deriva di violenza che sempre più spesso segna le notti palermitane. In queste ore, dal mondo delle istituzioni, delle associazioni e delle categorie produttive, arrivano parole di dolore, rabbia e richiesta di cambiamento. Tutti invocano una risposta corale, capace di restituire alla città fiducia, sicurezza e la speranza di una convivenza civile che non si pieghi più alla paura.

Euroform

«Con profonda tristezza e commozione, apprendiamo la notizia della tragica scomparsa del nostro ex alunno Paolo Taormina, vittima di un gesto insensato. Paolo ha pagato per un gesto di altruismo, per il suo coraggio. In questo momento di grande dolore, la nostra comunità scolastica si stringe attorno alla sua famiglia, agli amici, ai suoi ex compagni, a chi lo ha conosciuto e amato. Che il ricordo di Paolo ci sproni tutti a lavorare per una società più giusta, più umana, più compassionevole». Lo dicono i dirigenti, docenti e studenti dell’ente di formazione Euroform frequentato da Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al locale di famiglia a Palermo la scorsa notte

Uil Sicilia

La Uil Sicilia, guidata da Luisella Lionti, esprime profondo dolore e sdegno per l’ennesima tragedia che ha colpito la città di Palermo: la morte di un giovane di soli 21 anni, vittima di un agguato mentre cercava di sedare una rissa. «È inaccettabile che chi si impegna per la pace e la convivenza civile venga colpito con tale violenza”, afferma la stessa segretaria generale Luisella Lionti che aggiunge: «La Uil Sicilia chiede con urgenza alle istituzioni e alle forze dell’ordine di intensificare la loro presenza e azione sul territorio per garantire sicurezza e rispetto della vita soprattutto nei quartieri più sensibili della città. Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà alla famiglia del giovane, ai suoi amici e a tutti coloro che lottano quotidianamente per una Palermo più giusta e sicura». La Uil Sicilia ribadisce il proprio impegno nel sostenere ogni iniziativa volta a combattere fenomeni di violenza e a promuovere un clima di dialogo e legalità.

Cisl Palermo Trapani

«L'ennesima vittima della violenza di strada, della costante voglia di sopraffazione dell'altro, dell'assenza di valori e punti di riferimento, del  disorientamento totale in cui vivono alcuni giovani.  Tutta Palermo piange l'ennesima giovane vita persa senza un perché, siamo vicini alla famiglia. Serve un intervento immediato i cittadini hanno paura». Lo afferma Federica Badami segretaria generale Cisl Palermo Trapani. «Il fallimento è di tutti se le giovani generazioni pensano che armarsi di odio e violenza, sia il modo di vivere la città. Le risse sono all'ordine del giorno, i commercianti del centro storico non si sentono al sicuro e spesso a farne le spese della violenza diffusa, che non proviene solo dalle giovani generazioni, sono anche i lavoratori». Badami aggiunge, «ma l’accesso alle armi a Palermo, anche ai giovani, è diventato così semplice? E’ una riflessione che rappresenta un punto di partenza su cui possano lavorare insieme coloro i quali abbiano a cuore la città». «Ad aggravare tutto c’è la percezione della sicurezza della città, che sta cambiando agli occhi di coloro i quali la vivono e anche coloro i quali la guardano come turisti, e questo potrebbe provocare danni non solo economici ma anche di immagine di una città bellissima che ha sempre tanto da offrire».   Badami conclude: «Bisogna rispondere uniti allo sbando con una strategia di prevenzione che partendo dalle scuole diffonda i principi di rispetto per la vita altrui, di tolleranza, di ripudio dell'uso delle armi, e a ciò serve unire misure immediate e concrete contro la malamovida e per la sicurezza dei cittadini. Lo Stato deve far sentire la sua voce, attraverso presidi del territorio che garantiscano controlli continui e costanti, agendo però, anche, su un lavoro congiunto sul fronte preventivo che sia lungimirante e strutturale, la città è ormai in emergenza».

Cgil

“A Palermo la statistica adesso è cambiata. Basterà un morto ammazzato di 21 anni a fare cambiare la politica dei governi nazionale e locale?  Il signor ministro degli Interni, sua eccellenza il Prefetto e il  professor signor sindaco di Palermo ci parleranno ancora di statistica e di percezione?”, domanda il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, dopo l’omicidio di un ragazzo di 21 anni a Palermo, Paolo Taormina, ucciso con un colpo in fronte mentre tentava di sedare una rissa. “Purtroppo si, può succedere ad ognuno dei nostri figli. Palermo è tornata all' anno zero - aggiunge Ridulfo - Lo avevamo detto dopo i fatti di cronaca dello scorso mese di luglio: tutta la città è caratterizzata da una illegalità diffusa, tollerata e a tratti giustificata che produce degrado sociale. Per questo, da un lato denunciamo l’assenza di politiche di prevenzione e di cura, soprattutto nei casi di soggetti che fanno uso di droghe, e dall’altro un carente controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, non solo nel centro città. Lo Stato batta un colpo prima che ci scappi il morto, avevamo detto”.  “Purtroppo il morto adesso c’è scappato e si aggiunge ai giovani di Monreale uccisi e a una crescente sequenza di allarmi - aggiunge Ridulfo - Adesso si apra una discussione pubblica senza minimizzare.  Lo ripetiamo: senza una chiara assunzione di responsabilità da parte dei responsabili dell’ordine e della sicurezza della nostra città e poi di tutti i cittadini, purtroppo potrebbe pure non essere l’ultimo”.

Federalberghi Palermo

«Stanotte Palermo si è ferita di nuovo. Un ragazzo è morto in via Spinuzza, nel cuore della nostra movida, e, secondo una prima ricostruzione, è intervenuto per sedare una rissa». Così Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo, esprime il proprio dolore e la propria indignazione per la tragedia che ha scosso la città. «Sono profondamente addolorata, come donna, come madre e come cittadina di questa città che amo e che ogni giorno, per la mia categoria, cerco di rappresentare con orgoglio. Ma oggi prevale solo il dolore, e la rabbia di chi non vuole più assistere in silenzio a questa deriva». Di Stefano ricorda che appena pochi giorni fa Federalberghi aveva incontrato il prefetto Mariani e il sindaco Roberto Lagalla per affrontare il tema della sicurezza in città. «La sicurezza non è un tema secondario, è la base su cui poggia tutto, il turismo, il lavoro, la vita quotidiana. Chiediamo con forza un piano forte, coordinato e visibile di presidio del territorio, per restituire fiducia e protezione a chi vive e lavora a Palermo. Palermo merita notti di bellezza, non di sangue. Merita giovani che sognano, non che muoiono. E noi abbiamo il dovere morale di non abituarci mai a tutto questo».  Il pensiero della presidente Di Stefano va infine alla vittima e ai suoi familiari. «Questo dolore deve diventare coscienza collettiva. La città ritrovi la sua anima, la sua pace e la forza di cambiare davvero».

Consulta per la Pace

La Consulta per la Pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza e il Disarmo del Comune di Palermo esprime profondo cordoglio e indignazione per il barbaro omicidio di Paolo Taormina, avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel cuore del centro storico, in via Spinuzza. Paolo, di appena 21 anni, avrebbe tentato di fermare una rissa per difendere un ragazzo aggredito. Il suo gesto, mosso da un senso di giustizia e umanità, è stato stroncato da una pallottola alla testa. Palermo perde un giovane che ha scelto di opporsi alla violenza, pagandone il prezzo più alto. «Di fronte a un atto di tale brutalità non possiamo restare in silenzio - dichiara il portavoce della Consulta, Francesco Lo Cascio -. Il gesto di Paolo ci chiede di reagire, di scegliere la nonviolenza come pratica quotidiana, di non voltare lo sguardo davanti all’ingiustizia e all’indifferenza. Palermo deve ritrovare il senso profondo della convivenza civile». La Consulta condanna con fermezza ogni forma di violenza e invita la città a una riflessione collettiva: non possiamo abituarci al sangue nei luoghi della socialità, né alla presenza di armi tra i nostri giovani. La movida deve tornare a essere spazio di incontro, non di scontro, scrive in una nota la Consulta. A partire da questo drammatico episodio, la Consulta propone l’avvio di un “Patto cittadino per la notte nonviolenta”, un percorso di dialogo tra istituzioni, gestori dei locali, mondo dell'associazionismo e forze dell’ordine, per costruire insieme una cultura della convivenza e della responsabilità comune. La Consulta chiede inoltre al sindaco Roberto Lagalla di proclamare il lutto cittadino, invitando le scuole a una riflessione sul tema. «Manifestiamo la nostra disponibilità a collaborare per eventuali incontri», conclude il portavoce Francesco Lo Cascio.

Legacoop

Legacoop Sicilia esprime «profondo cordoglio e indignazione per l’omicidio di Paolo Taormina, giovane di 21 anni ucciso questa notte nel quartiere Olivella di Palermo, mentre tentava di fermare una rissa per difendere un ragazzo aggredito. Un gesto di coraggio e umanità, spezzato da una violenza insensata che ha colpito nel cuore della città, a pochi metri dal Teatro Massimo, davanti al locale gestito dai suoi genitori. Di fronte a questo ennesimo episodio di brutalità, non possiamo rimanere indifferenti. Come cooperatori, come cittadini, come esseri umani, sentiamo il dovere di intervenire». Per il presidente Filippo Parrino e il responsabile Legalità e Beni Confiscati Francesco Citarda «La morte di Paolo Taormina è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione. La nostra società rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua. Da cooperatori, crediamo nella responsabilità condivisa. Ognuno deve fare la propria parte, con gli strumenti che ha a disposizione. Non solo deterrenza, ma prevenzione, ascolto, formazione. Paolo ha perso la vita per difendere un altro ragazzo. Il suo gesto ci obbliga a non voltare lo sguardo. È tempo di agire, insieme».

Itamil

«Itamil esprime solidarietà per la famiglia del giovane Paolo "Siamo distrutti". Inasprire le pene per chi uccide o vende armi in clandestinità, alla pari di mafiosi e terroristi», lo afferma l'organizzazione sindacale che rappresenta gli interessi dei membri delle Forze Armate italiane.  «Palermo sta vivendo in uno stato preoccupante di anarchia, peggio delle città sudamericane note per i cartelli della droga – dichiara il segretario di Itamil, Girolamo Foti –. Auspichiamo che il Governo inizi ad inasprire le pene per questi delinquenti, trattandoli alla pari di mafiosi o terroristi. Si è ripetuto l'ennesimo atto di criminalità dopo la morte di altri ragazzi a Monreale, uccisi anch'essi con colpi di pistola – prosegue Foti –. Quanti altri figli di madre dovranno morire? Lo Stato intervenga con decisione, senza proclami né frasi di rito. I cittadini onesti vogliono vivere e lavorare in sicurezza. La nostra organizzazione sindacale, con sede nazionale a Palermo, non resterà immobile di fronte al continuo ripetersi di questi atti criminali, mafiosi e terroristici».

Italia Viva

«Che fine ha fatto il governo della sicurezza? Dicevano che con Giorgia Meloni al governo l’Italia sarebbe tornata un Paese sicuro. Invece, le strade, da Palermo a Napoli, da Roma a Torino, sono diventate il teatro di una violenza quotidiana». Lo scrive sui social Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva. «L'ultima vittima si chiamava Paolo Taormina, aveva ventun anni E’ stato ucciso con un colpo alla testa mentre tentava di sedare una rissa nel cuore di Palermo. Non era un delinquente ma un ragazzo che cercava di fermare il male. Da quando a Palazzo Chigi c'è Giorgia Meloni, l’Italia ha visto una scia di sangue silenziosa. Perchè quando si tagliano i fondi ai comuni, si smantellano i presìdi territoriali per mandare le forze dell’ordine in Albania a fare la guardia al bidone, si riduce la prevenzione, si costruiscono le condizioni perfette per la violenza. Lo chiediamo a Giorgia Meloni: che fine ha fatto il governo della sicurezza?», conclude.

Azione

«Palermo è oramai il far west. Anche la scorsa settimana spari nel centro. Oggi un ragazzo morto. La Sicilia è una bomba ad orologeria tra delinquenza, malasanità, infiltrazioni mafiose, corruzione e sprechi. Non possiamo far finta di nulla. Il Governo deve intervenire». Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda.

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