
Non vuole nulla dai figli di chi le ha ucciso il marito a sangue freddo, almeno finché continueranno a sostenere che quel delitto sia stato commesso da un uomo malato di mente. Tiziana Presti, moglie di Stefano Gaglio, ha affidato ai suoi legali una nota per respingere le offerte di aiuto economico arrivate dalla famiglia di Giuseppe Cangemi, 62 anni, l’operaio della Rap accusato di avere ucciso il cognato, il 15 settembre a Palermo in piazza Principe di Camporeale, all’angolo con via Oberdan, davanti alla farmacia Sacro Cuore.
La replica arriva dopo le dichiarazioni di Carmelo Cangemi, figlio dell’indagato, che aveva annunciato un sostegno economico alla vedova e alle due figlie della vittima, Aurora e Marcella: «Siamo pronti a versare da mille a 1.500 euro al mese per aiutare la zia Tiziana e le sue figlie. Pagheremo mutuo, bollette e spese per il mangiare. E se serve venderò anche la macchina per dare subito 15 mila euro», aveva detto Cangemi jr. Parole accompagnate però dal tentativo di spiegare il gesto di Giuseppe Cangemi con presunti problemi psichici: Carmelo aveva infatti spiegato di ritenere il padre incapace di intendere e di volere: «Pochi giorni fa siamo andati a trovarlo in carcere - aveva raccontato - e parlava di scimmie e di cavalli, dava pugni contro il muro. Lo abbiamo trovato come mia nonna quando ebbe la schizofrenia. Una sorella di mio padre si tolse la vita per le stesse ragioni».
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