Palermo

Domenica 05 Ottobre 2025

Il ricordo di Falcone e Borsellino all'Asinara: «Silenzio assordante sulla verità di via D’Amelio»

Grande emozione all’Asinara per la due giorni organizzata dall’Associazione nazionale magistrati in ricordo del soggiorno forzato di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che quarant’anni fa furono trasferiti sull’isola per motivi di sicurezza, mentre lavoravano all’ordinanza-sentenza di rinvio a giudizio del maxiprocesso di Palermo. La commemorazione, promossa dalla Giunta esecutiva sezionale della Sardegna in collaborazione con la commissione Legalità del Comitato direttivo centrale dell’Anm, ha riunito numerosi magistrati e protagonisti di quella stagione. Tra i momenti più intensi, gli interventi dei figli di Paolo Borsellino, Lucia e Manfredi, che hanno ricordato il sacrificio dei due giudici e il valore ancora attuale della loro eredità. Lucia Borsellino ha parlato di «silenzio assordante» attorno alla ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio. «Una verità che penso sia giusta per la collettività oltre che per noi», ha detto, sottolineando come né suo padre né Giovanni Falcone «avrebbero mai voluto essere definiti eroi». Nel suo intervento ha poi ricordato il periodo trascorso all’Asinara insieme ai genitori, quando furono trasferite anche le famiglie dei magistrati: «L’averci portati qui è la dimostrazione di come lo Stato, se vuole, può proteggere i suoi figli. Non fu così sette anni dopo, quando arrivò la notizia dell’imminente attentato». Molto toccante anche il ricordo di Manfredi Borsellino, che ha voluto soffermarsi sulle «offese» subite in vita dal padre: «Uno dei presidenti dei collegi giudicanti al processo per l’omicidio del capitano Basile arrivò a offenderlo in una sentenza, dicendo che il giudice istruttore aveva lavorato in maniera pessima».  

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