
Le riprese sono state effettuate in primo piano, le microcamere hanno fatto in pieno il loro dovere: immagini nitide con le buste bianche, le scatole di medicinali, la bomboniera, il denaro infilato nella plancia della Mercedes Cla, il conteggio dei soldi, l’uscita dall’auto col malloppo nella tasca dei pantaloni.
Inchiesta tradizionale, quella della Squadra mobile, diretta da Antonino Sfameni, per incastrare i due presunti tangentisti, uno reo confesso come Francesco Cerrito, 68 anni, chiamato Franco, dirigente del dipartimento Integrazione assistenza sociosanitaria, assistito dall’avvocato Fabrizio Biondo; l’altro quasi, come Mario Lupo, 63 anni, presidente della Samot e della Adi scarl, difeso dall’avvocato Salvatore Gugino.
Nelle foto che pubblichiamo in questa pagina ci sono le sequenze del rapporto corruttivo tra i due, che Cerrito ha riconosciuto davanti ai pm Andrea Zoppi e Giacomo Brandini, coordinati da Gianluca De Leo, dicendo di avere ricevuto «cinque o sei dazioni, per un totale che può andare da 11 a 12 mila euro». Lupo è stato più evasivo ma negare l’evidenza catturata dalle immagini appare arduo.
Bisogna allora riavvolgere il nastro e partire da venerdì 26 settembre, esattamente una settimana fa. È il giorno in cui l’incontro fra i due indagati (per loro l’ipotesi è di corruzione propria e aggravata) sfocerà nella consegna di una bomboniera piena di soldi, duemila euro in 40 banconote da cinquanta.
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