È un fuoco grande quello che sta divampando dentro il Comune dopo che la capo area dei Tributi, Maria Mandalà e il dirigente del servizio Tari, Fabrizio La Malfa hanno ridotto la previsione di entrata di Tari e Imu per il 2026 di 10 milioni di euro. Un annuncio che ha provocato la fiammata del direttore generale, Eugenio Ceglia, il quale chiede conto e ragione di alcune posizioni «di inaudita gravità». E invoca una relazione scritta entro il primo pomeriggio di lunedì, minacciando anche sanzioni disciplinari. Tutto nasce dai criteri delle progressioni verticali: hanno creato molto malcontento fra il personale, che si è sentito trascurato perché l'amministrazione ha messo poche caselle a disposizione per le promozioni. Una lettera, con 91 firme, aveva annunciato che gli impiegati da lunedì scorso si sarebbero attenuti ai profili professionali di appartenenza. A questo punto la Mandalà, non potendosi più avvalere dell’apporto istruttorio di ben 91 unità (44 collaboratori amministrativi e 47 collaboratori sistemi informativi), si ritiene «costretta a rivedere al ribasso le previsioni di entrate dei tributi locali, non potendo l’area dedicarsi all’emissione degli avvisi puntuali, frutto di istruttorie specifiche che possono essere operate solo dalle figure a ciò preposte, in atto assenti nella pianta organica» dell’ufficio. Analoga mossa aveva fatto anche il comandante della polizia municipale, Angelo Colucciello, scalando le previsioni di multe per violazione del codice della strada, di 16 milioni di euro già per quest'anno. L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.