Palermo

Giovedì 02 Ottobre 2025

Protesta dei ProPal a Palermo, bloccato l'ingresso del porto. Code e rallentamenti in via Crispi

I manifestanti pro Palestina, che si erano radunati in piazza Politeama a Palermo, hanno raggiunto il porto bloccandone l’ingresso e interrompendo la circolazione stradale. Al corteo hanno preso parte circa duemila persone tra cui moltissimi giovani. Tante le bandiere palestinesi e quelle di Potere al Popolo. Ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine e una carica di alleggerimento. Poi i manifestanti, bloccati dalla polizia e dai carabinieri in tenuta antisommossa, sono rimasti davanti al porto impedendo alle auto di entrare. Il corteo si sta dirigendo all’ospedale dei Bambini dove c'è già un presidio pro Gaza. Altri gruppi di attivisti si sono aggiunti alla manifestazione ProPal in corso a Palermo sventolando bandiere della Palestina. I manifestanti sono un migliaio sotto la pioggia. La polizia in assetto anti sommossa ha allontanato le persone dal villaggio dell’Esercito montato in piazza Politeama e ora due gruppi di manifestanti, staccati tra loro, sono in via Ruggero Settimo. I pro Pal gridano «Via i bambini dai carri armati» e «Fuori le armi da Palermo». Nello spazio recintato, in cui ci sono gli stand dell’Esercito con i mezzi blindati, le famiglie hanno fatto salire i bambini sui carri armati con i militari per fare le foto col cellulare. Circondati da un imponente servizio d'ordine con polizia e carabinieri in assetto antisommossa centinaia di persone e tra questi molti attivisti ProPal stanno manifestando davanti alla cittadella dell'Esercito in piazza Castelnuovo a Palermo dove sono esposti mezzi delle forze armate e dove in alcuni stand sono illustrate le attività dei militari. Da oggi a domenica, infatti, in piazza Ruggero Settimo e in piazza Castelnuovo è stata allestita «Villa Esercito», un villaggio promozionale dell'Esercito Italiano. Nello spazio dell’esercito la gente guarda i mezzi e gli elicotteri esposti mentre alcuni bambini vengono fatti salire sul carro armato. Gli attivisti urlano: «vergogna».

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