
Gli investigatori della squadra mobile hanno interrogato il titolare del bar in cui è esplosa la rissa a Sferracavallo intorno all’una di notte, nel mezzo dei festeggiamenti per San Cosma e Damiano.
L’uomo è stato ascoltato dopo che gli agenti della polizia scientifica hanno passato al setaccio il bar davanti al quale rimangono tutt’ora le tracce di sangue della furiosa aggressione che sarebbe esplosa dopo che un gruppetto di ragazzini si sarebbe rifiutato di pagare il conto al titolare.
Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di video sorveglianza. In particolare, dal ristorante difronte gli occhi elettronici avrebbero ripreso il lancio di tavolini e sedie e la fuga dei giovanissimi verso la zona delle giostre.
La polizia, che non avrebbe rilevato tracce di una sparatoria, sta cercando di comprendere se la violenza che ha investito la borgata marinara a pochi chilometri da Palermo è collegata o meno con i dieci colpi di pistola esplosi intorno alle 2,30 contro la saracinesca di una macelleria in via Caduti sul lavoro alla Marinella.
I pezzi principali del puzzle che dovranno essere assemblati sono quattro: la rissa scoppiata all’una in via Torretta, la sparatoria delle 2,30 alla Marinella e due accessi nei pronto soccorso della città. Il primo, all’ospedale di Villa Sofia, è di un giovane, probabilmente parente del titolare della macelleria, che si è fatto medicare dei tagli a una mano: questo è avvenuto quasi in contemporanea con la pioggia di piombo che ha investito l’attività alla Marinella.
Il secondo è un accesso all’ospedale Cervello intorno alle 4 del mattino di una ventunenne incinta colpita di striscio alla schiena da una pallottola. La ragazza potrebbe essere stata colpita in via Caduti sul lavoro e il ragazzo potrebbe invece essere stato raggiunto da un fendente a Sferracavallo. Tutto però è ancora al vaglio degli investigatori, che stanno passando al setaccio immagini e testimonianze.
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